Beaumont sur Mer 23 mar 2017
Sono bastati poco più di due mesi e con la complicità della memoria corta dei concittadini, sono di nuovo sulla cresta dell’onda. Pronti a riproporsi alla guida della città come se fossero il nuovo che avanza. Questi sono i Cialtroni post-moderni. E, che ci piaccia o no, in parte siamo noi la causa di noi stessi e della loro esistenza. Nascendo in questo mondo, cadiamo nell’illusione dei sensi; crediamo a ciò che appare. Ignoriamo il tutto con, all’occorrenza, la nostra cecità e sordità. Allora ci assale la paura e dimentichiamo che possiamo fare qualcosa, che possiamo modificare il corso degli eventi. Quando scoppio a ridere è raramente a causa di una situazione comica deliberata è perché mi trovo davanti a una realtà che mi provoca una reazione allergica. È la conseguenza di una realtà caricaturale che collassa. Sono i codici poco permissivi che determinano questo tipo di reazione per sfuggire a un comportamento previsto in anticipo, alla pietrificazione. Ci si sente brutalizzati, traumatizzati, stuprati e, all’improvviso, la natura irreprimibile si manifesta e spasmodicamente cerca dov’è possibile una fuga dai Cialtroni che hanno la faccia come il culo. Nella mia terra natia, la Calabria, avere la faccia come il culo significa non conoscere vergogna, far qualunque cosa senza scrupoli e senza pudore. Non paga di non conoscere vergogna per quel che fa. Chiude il suo regno da barzelletta con un colpo di mano che a lui sembra probabilmente un capolavoro di sagacia. Poveraccio, alle prossime elezioni è auspicabile che rimanga col culo – pardon, con la faccia – per terra, garantendosi una cattedra adeguata alle sue capacità professionali. All’ombra della giustizia e del potere, delle “libertà” democratiche, il Cialtrone moderno, nega di esser tale; talvolta per deviare l’attenzione da sé, dà significati geografici alla cialtroneria: ad es. soprastante, i cialtroni sono chiamati solo i meridionali d’Italia; in altre circostanze, sono solo i nazi-fascisti, oppure solo i comunisti, o solo gli Ebrei o solo gli omofobi che si oppongono alle famiglie gay…ecc. ecc. In realtà questi cialtroni e parassiti sanguisughe non sono individuabili né da una geografia, né da un popolo né da una classe; ma soltanto da un modo di essere e operare, il cui fondamento sostanziale è l’antidecalogo e l’odio degli altri essere umani che ne determinano la loro esistenza. Non perché tutti gli antisociali siano cialtroni, ma la condotta tipica del cialtrone moderno (molto più di quello passato), è sostanzialmente un’antisocialità, e a me sembra specialmente, un anti-tutti gli altri. In conclusione il cialtrone attuale, nella sua versione completa e radicale, è in ultimo, un tifoso della prepotenza parassitaria. Egli non è mai localizzabile da ciò che dice, ma soltanto da ciò che fa, dalla sua condotta, dai frutti non buoni del suo operare. Qualità preminente del cialtrone è la mediocrità. Egli ne ha fatto una regola di vita. Anzi, la regola. Il cialtrone non spicca in nulla, neppure nella cialtroneria; al massimo può arrivare a essere un mediocre cialtrone, essendogli l’eccellenza, foss’anche in negativo, preclusa per definizione. A lui si attaglia perfettamente quel che Leo Longanesi diceva per insultare qualcuno, attribuendogli l’appellativo di “testina di manzo numero due”, per non concedere il primato neppure in negativo. Di perfezione, quindi, nemmeno a parlarne, essendo la dimensione dell’apprendimento, con la sottesa tensione al miglioramento, fondamentalmente estranea alla natura di questo tipo umano. Qualcuno ha scritto che la cialtroneria non si crea né si distrugge, si può solo distribuire. Dalle dimissioni della Giunta sono passati solo pochi mesi, ma molta acqua è passata sotto il ponte di Catocastro. L’altra sera ho sentito pontificare uno di questi cialtroni ex amministratore: “Io credo che la politica stia vivendo uno dei momenti più bassi anche dal punto di vista del linguaggio oltre che dei comportamenti, e che questo non aiuti la nostra bella cittadina”. Ma ora è diverso, i tempi sono cambiati: prima sul tavolo c’erano i guai semplici di un sindaco. Invece ora si può, anzi si deve cambiare: qui si parla di comandare ancora il paese, e serve un linguaggio più appropriato. E ‘auspicabile che buona parte degli Amanteani non abbiano più voglia di giocare al passatempo di commentare, sia in tono ironico che scandalizzato, le ultime sparate di questi cialtroni, meschinità, offese, stronzate, menzogne, provocazioni o vigliaccate.
Son cose che si commentano da sole, da sempre, e alla lunga spero che i miei concittadini si siano rotto i coglioni, avendo scoperto il vostro sporco e patetico gioco. Avete dimostrato, ancora ce ne fosse bisogno, la vostra smisurata voglia di protagonismo a tutti i costi che niente ha a che vedere con il raggiungimento del bene comune.
Cosa potrà esserci di peggio di queste creature nauseabondi che fanno politica con una stupidità tutta umana. Bisognerebbe decidere a capire in fretta che se continua così non esiste alcun dubbio su come andrà a finire. Non resta che “sperare” che nella nostra età demonica siano sopravvissute altre qualità umane, a parte la stupida cialtroneria e l’oblio.
Gigino A Pellegrini & G el Tarik