Waterton 11 settembre 2016
Torni da paesi altrettanto lontani e tutto quello che sai dirmi sono i pensieri che vengono nel guardare dei vecchietti che seduti osservano la vita passar loro accanto. Cosa racconterai all’uomo che, dopo aver viaggiato lungamente per terreni selvatici viene il desiderio di rivedere il luogo dove tutto ebbe inizio? Una cittadina in cui è stato adottato un assurdo e repellente sistema di convivenza… dove chi lavora non conta nulla e i padroni possono fare quello che vogliono… uno strano paese che si chiama Terza dove tutto è piegato al triste e al peggio.. Ci si rifà a citazioni di libri per costruire una situazione perfettamente blindata, per il gusto di mandarla all’aria con qualche evento o arrivo inatteso. Da una parte la spinta, la voglia d’essere altro. Una passione, questa, non ben radicata in un luogo così aberrante che neanche Dante avrebbe osato immaginare. Dall’altra la pesante tara di ciò che si è e l’humus culturale di cui si è l’espressione. Una situazione che si rifonda di continuo, è costituita di ragnatele, di scarafaggi e di rapporti intricati che cercano una propria e dignitosa forma. La malinconica figura del vecchio viaggiatore smarrito, alla pari dello stesso narratore, è una forma di cecità non fisica, ma consistente nell’incapacità di distinguere. La poesia è ciò che si perde nella traduzione ; ma è anche ciò che si perde con l’altezzosità dell’interpretazione.
Gigino A Pellegrini & G el Tarik