Renato Dulbecco, nato a Catanzaro il 22 febbraio 1914, a soli sedici anni si iscrive alla facoltà di Medicina dell’Università di Torino, dove incontra due studenti, Salvador Luria e Rita Levi Montalcini che avranno poi una grande influenza sulla sua vita. Si laurea nel 1936, appena prima di partire per il servizio militare come ufficiale medico fino al 1938. Un anno dopo é richiamato e inviato prima sul fronte francese e quindi in Russia dove rischia di morire nel 1942 e rimane per mesi in ospedale. Rimandato in Italia, quando il paese passa sotto il controllo dell’esercito tedesco, raggiunge le unità partigiane della Resistenza, sempre come medico. Successivamente avvia l’attività di ricerca e contemporaneamente si iscrive alla facoltà di Fisica, che frequenta dal 1945 al 1947. Nello stesso anno lascia l’Italia per gli Usa, chiamato dal futuro premio Nobel Salvador Luria all’Università di Bloomigton, nell’Indiana. E’ la svolta, anche se il suo legame con l’Italia rimarrà sempre molto forte. Negli Stati Uniti Dulbecco studia i “fagi”, virus batteriofagi, i meccanismi cellulari che riparano il Dna quando è danneggiato da radiazioni. Viene poi chiamato al California Institute of Technology, dove diventa professore ordinario e si dedica allo studio dei virus di origine animale. Molti i successi di una carriera lunghissima. Nel 1955 riesce ad isolare il primo mutante del virus della poliomielite, che servirà a Sabin per la preparazione del vaccino. Nel 1958 comincia ad interessarsi alla ricerca oncologica, studiando virus animali che provocano forme di alterazione nelle cellule. La scoperta più importante è la dimostrazione che il DNA del virus viene incorporato nel materiale genetico cellulare, per cui la cellula subisce un’alterazione permanente. Dal 1972 si trasferisce a Londra, all’Imperial Cancer Research Fund, dove ha la possibilità di lavorare nel campo dell’oncologia umana, e successivamente al Salk Institute di La Jolla (California).Nel 1964 vince il premio Lasker per la ricerca medica e nel 1975 il Nobel per la Medicina, insieme a David Baltimore e Howard Temin, per ricerche sull’interazione tra i virus tumorali e il materiale genetico della cellula.Nel 1986 lancia il Progetto Genoma Umano, con l’obiettivo di decifrare il patrimonio genetico dell’uomo. Il “Progetto Genoma”, spiega Dulbecco, mira a raggiungere la conoscenza completa dei nostri geni e dei geni di qualunque specie (il progetto partì in Italia grazie all’interesse ad esso dimostrato dal prof. Rossi-Bernardi, che era allora presidente del C.N.R.). Il problema principale, dunque, è quello di riuscire a leggere il messaggio contenuto nella molecola di DNA. Nel 1993 rientra in Italia e da allora lavora presso l’Istituto di Tecnologie Biomediche del CNR di Milano, oltre a guidare la Commissione Oncologica Nazionale e a ricoprire l’incarico di presidente emerito del Salk Institute. Renato Dulbecco è stato membro di diversi organismi scientifici internazionali, tra cui l’Accademia dei Lincei, la National Academy of Sciences statunitense, la Royal Society britannica e l’IPPNW (International Physicians for the Prevention of Nuclear War). Lavorava presso l’istituto Salk. Muore il giorno 20 febbraio 2012, due giorni prima di compiere 98 anni, a La Jolla in California.