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  • Nicola Romeo

    Nicola Romeo

    Nicola Romeo nacque a S. Antimo in provincia di Napoli, il 28 aprile 1876.  Non potendo la sua famiglia, provvedere  ad assicurargli la continuità degli studi superiori, impartiva lezioni ai suoi compagni di classe e ad altri giovani per procurarsi il denaro necessario richiesto dai suoi studi. , A sedici anni finì per formarsi una notevole cultura nelle discipline matematiche. Sebbene limitato all’ambito scolastico, la sua notorietà cominciò subito ad affermarsi nell’ambiente. Passò dal Politecnico di Napoli, dove si era laureato in ingegneria nel 1899 a quello di Liegi in Belgio, dove conseguì una nuova laurea, questa volta, in elettrotecnica. Terminati i suoi studi di perfezionamento professionale, all’età di 26 anni, seppe accattivarsi la benevolenza e la fiducia di quanti ammirarono le doti del suo ingegno. Per incarico di ditte straniere introdusse in Italia sistemi di impianti tecnici del tutto nuovi per il nostro Paese. Nel 1902 iniziò la sua prodigiosa attività: una prima linea di contatto ferroviario ad alta tensione sulla Roma – Tivoli; una regione intera, la Versilia, ricevette un impulso economico eccezionale, dopo che nelle sue cave di marmo vennero installati impianti meccanici di estrazione e lavorazione di marmo; l’applicazione dell’aria compressa nelle gallerie Roma-Napoli e Bologna-Firenze.
    Nel 1906 comincia a lavorare in proprio e fonda la società “Ing. Nicola Romeo & C.” in Milano. La sua azienda era addetta all’importazione, dagli Stati Uniti, di macchinari smontati per opere di ingegneria civile. Nell’ambiente degli industriali viene soprannominato “sirena” per la sua grande capacità di seduzione e persuasione nei confronti dei propri interlocutori.
    Allo scoppio della prima guerra mondiale il mondo militare trovò in Nicola Romeo un collaboratore preziosissimo. Si ricorda, inoltre,che con l’aiuto dei suoi potenti impianti di aria compressa, Nicola Romeo approntò nel 1916 la famosa esplosione del Col di Lana.
    Nicola Romeo creò un nucleo di potenti officine per la produzione di proiettili di artiglieria. A lui facevano capo diversi migliaia di operai, centinaia di impiegati ed ingegneri sparsi negli stabilimenti di Milano, Saronno, Roma e Napoli.
    Durante la prima guerra mondiale Nicola  Romeo espande la sua società, acquisisce nuovi soci (fra questi il banchiere Angelo Pogliani) e rileva l’Alfa appena messa in liquidazione, convertendone la produzione di vetture in materiale bellico. La guerra arricchì notevolmente l’ingegnere napoletano, che con il ritorno alla pace nel 1918 aprì la società a nuovi e freschi capitali, trasformandola in ” Società Anonima Italiana Romeo & C “, riconvertendo la produzione in materiali per i settori agricoli e ferroviari. Nel 1919 si affacciò per la prima volta  nel settore automobilistico, e gli stabilimenti di Portello di Milano erano già noti ed interamente impegnati alla produzione delle autovetture Alfa Romeo che ben presto portarono vittorie clamorose sui circuiti italiani e stranieri.
    L’ingegnere Nicola Romeo pensò anche alla risoluzione di un altro grande problema che si presentò alla nazione nell’immediato dopoguerra: l’elettrificazione delle ferrovie. Le officine di Saronno furono adibite così alla costruzione di locomotori elettrici.  A seguito del fallimento della banca che finanzia le Società di Romeo l’Alfa Romeo, alla fine del 1921, diventa proprietà dello stato attraverso la neonata Banca Nazionale del Credito. Nicola Romeo rimane Amministratore Delegato, ma per gli uomini che di fatto controllano la casa del Biscione è ormai ritenuto inadatto alla gestione di un’azienda così grande ed importante.
    Nel 1926 Nicola Romeo intuì che una grande fabbrica di aeroplani nella città di Napoli sarebbe stata di grande utilità alla nazione. Dal nulla creò questa nuova industria; un’ anno dopo i primi velivoli venivano consegnati all’Aeronautica Nazionale.
    In questo stesso periodo l’Alfa Romeo aveva acquistato, ormai, rinomanza sia in Italia sia all’estero,intessendo rapporti commerciali con vari paesi quali l’America, la Spagna, l’Inghilterra; presidente dal 1918, Romeo non accetta però i drastici cambiamenti che si vogliono introdurre, per cui nel 1928 chiude definitivamente i suoi rapporti con l’Alfa per contrasti ormai divenuti insanabili.
    In realtà, pare che gli furono chieste le dimissioni in cambio del totale condono dei debiti da lui acquisiti, concedendogli al contempo, da parte del governo, un grande riconoscimento con la nomina a Senatore del Regno nel 1929.
    Ma quello che i più non sanno è che un grande numero di persone indigenti si rivolgevano a lui coscienti della generosità che lo distinse durante tutta la vita , e alle varie richieste rispondeva sempre con animo estremamente solidale, per questi fini utilizzò un ufficio di segreteria istituito presso la sua dimora. Questa sua instancabile generosità venne mirabilmente suggellata dalle sue ultime disposizioni testamentarie.
    La sua ultima esperienza professionale fu un tuffo nel passato verso il suo primo amore, quello dei treni, acquistando alcune ferrovie di piccola entità nel meridione.
    Con lo stesso impegno profuso nel creare una così ben articolata rete di interessi, Nicola Romeo, nel frattempo, aveva anche costruito una solida famiglia con la compagna Angelina Valadin, di origini portoghesi. Dalla loro unione sono nati sette figli: quattro femmine (Elena, Giulietta, Piera ed Irene) e tre maschi (Maurizio, Edoardo e Nicola detto “Nico”. Romeo muore  a Magreglio, in provincia di Como, all’età di 62 anni il 15 agosto del 1938, logorato dall’amarezza per la sua estromissione dall’Alfa Romeo dieci anni prima.

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