Leonardo Sciascia è nato a Racalmuto in provincia di Agrigento l’8 Gennaio del 1921.
Frequenta le Magistrali a Caltanissetta, dove ha la fortuna di avere come maestro Vitaliano Brancati. Si appassiona molto ad autori nordamericani, specie Dos Passos, Caldwell, Steinbeck.
Nel 1943 lavora come impiegato negli uffici per l’ammasso obbligatorio del grano, attività che porta Leonardo Sciascia ad incontrare la realtà del mondo contadino e poi inizia ad insegnare alla scuola elementare di Racalmuto.
Durante il suo lavoro di Maestro elementare Sciascia comincia a scrivere all’insegna dell’impegno poetico “Favole della dittatura”,nel 1950, “La Sicilia, il suo cuore” nel 1952, per dedicarsi poi alla saggistica in forma di racconto.
Nel 1957 abbandona l’insegnamento per dedicarsi a tempo pieno, alla scrittura.
“Le parrocchie di Regalpetra” vengono pubblicate nel 1956, ” cronache” su un immaginario paese della Sicilia, quattro racconti de “Gli zii di Sicilia” nel 1958, “Il giorno della civetta” nel 1961, giallo di ambientazione contemporanea, “Il consiglio d’Egitto” nel 1964, “Morte dell’inquisitore” (1964), sulla figura di un frate finito sul rogo nel Seicento, “I pugnalatori” (1976), rievocazione di un complotto contro lo Stato ordito a Palermo nel 1862, “A ciascuno il suo” nel 1966 romanzo centrato sulla mafia.
Notevoli i suoi studi su Pirandello che si realizzano prima con “Pirandello e la Sicilia” (1961) e poi con “La corda pazza” (1970).
Negli anni Settanta Sciascia si impone all’attenzione per il vivace dibattito politico seguito la pubblicazione di ognuna delle sue opere “Il contesto” 1971, “Todo modo” 1975, “L’affaire Moro” 1978, “Relazione sul caso Moro” (1982), “Dalle parti degli infedeli “(1979) che si distinguono sempre per lucidità intellettuale e anticonformismo.
A questa letteratura di impegno civile e politico Sciascia affianca i romanzi polizieschi “La scomparsa di Majorana” (1975), “Il teatro della memoria” (1981) e raccoglie il suo «diario in pubblico» “Nero su nero”(1979).
Con “Occhio di capra” del 1985 torna nel mondo siciliano per registrare, attraverso un dizionario dei «modi di dire» gli aspetti magici e evocativi della sua terra.
Leonardo Sciascia scrive la sua ultima breve opera, “Una storia semplice”, poco prima di morire a Palermo il 20 Novembre 1989.