La mia non è mai stata una famiglia tenera. Pochi sbaciucchiamenti. Ma il giorno della mia partenza per il Nord America, vi invito ad immaginare quello che succedeva intorno a noi. Se fossi partiti per la Cayenna o la Siberia la separazione non avrebbe potuto essere più clamorosamente straziante. In quel treno che mi portava lontano dai miei amici e da questi amati luoghi, scrissi i seguenti versi dedicati ad Amantea.
Ti porto in me,
come un amore
privo di anelli e di clamore,
pieno di sogni e di parole.
Dopo parecchi anni. Eccola! Ho pensato. E’ sempre lì, grazie agli Dei greci, la mia cara vecchia città natale con i balconi e le sue terrazze, cotta dal sole, stanca sotto il peso degli anni. Mancano gli aranceti; giardini naturali che sembravano così vasti e misteriosi agli occhi castani di un ragazzino come tanti altri, ma che adesso, agli occhi un po’ velati di un uomo come me, sembrano ridotti in scala e spogli dei loro misteri. Non ci sono più. Eccola, Amantea, apparentemente solida e ferma, affiancata dai due promontori protesi in avanti come due accoglienti braccia. Da sopra quei promontori riuscivo a scorgere, nella smagliante luce calabrese, le cupole e i campanili del Paese. Oggi quell’ Amantea, della mia lontana infanzia e adolescenza è scomparsa. Il cemento, la cattiva amministrazione e la noncuranza dei miei compaesani, ha messo in ginocchio ciò che un tempo era una perla sul Mare di Ulisse.
Son passati pochi giorni da quando ho chiesto per l’ennesima volta alle Autorità competenti, a partire dall’attuale Amministrazione, di fare chiarezza una volta per tutte sulla rivendicazione di circa 2000 metri quadri di un bene demaniale, da parte di un albergatore di Coreca. Oggi che scrivo, registro il silenzio più assoluto sulla vicenda. Stanco, ho deciso di distrarmi un po’ e di riprendere a fare un po’ di jogging su di una stradina sterrata che costeggia la ferrovia a Est e il mare a Ovest e che una volta portava da Coreca fino al fiume Olivo. Una distanza, andata e ritorno, di circa 4 km a partire dalla scogliera di Coreca. Purtroppo, dopo circa un km e mezzo, ho dovuto fare dietrofront. Un altissimo cancello di oltre due metri me lo impediva. Amareggiato, ancora una volta, da questa novità, son tornato indietro. A circa 100 metri dal punto dove avevo parcheggiato l’auto, incontro un signore che gentilmente mi saluta. Mi chiede se per caso io fossi ciò che sono. Risposi di si e ci mettemmo a chiacchierare. Parlando del più e del meno, ho accennato al cancello che mi aveva impedito di completare fino in fondo il mio jogging. L’uomo dallo sguardo sereno e di poche parole, mi ha chiesto gentilmente di aspettarlo e si è allontanato. Dopo circa 5 minuti è ricomparso dal nulla con in mano dei fogli che mi consegnato. Leggo velocemente e capisco che la “Provvidenza umana” mi era venuta in aiuto. La Pallade Atena aveva mandato sulla mia strada un Amanteano preoccupato quanto me di ciò che sta succedendo alla e nella nostra amata cittadina. Il documento è un “atto di sottomissione” al Comune di Amantea “relativo al rilascio della licenza edilizia per la variante al progetto di costruzione del complesso ‘Le Mandrelle’ oggi “Villaggio Trevi” sito in Amantea località Marinella-Oliva in esecuzione alla delibera del Consiglio Comunale di Amantea n. 62 del 26 novembre 1973”. Questo atto prevedeva il rispetto da parte della Società le Mandrelle, con sede in Amantea, via Dogana n.50, nella persona di Giancarlo Galloni, Amministratore unico della società, il rispetto di una serie di punti. Il primo di questi punti prevedeva e prevede fino a prova contraria, il “ Libero accesso su tutte le strade del complesso…..accesso alle autovetture private……come da segnaletica interna ….divieto assoluto di transito a tutti i motocicli, al fine di non arrecare disturbo alla circolazione ed alla quiete pubblica. Detta disciplina stradale sarà fatta rispettare dal personale delle Mandrelle in stretta collaborazione con il corpo dei Vigili Urbani del Comune di Amantea che dovrà intervenire ad ogni segnalazione di violazione fatta dal personale addetto del complesso stesso.”
Si prega, come in tante altre occasioni, l’Amministrazione Comunale di chiarire questa incresciosa situazione e di aprire i cancelli del Paradiso, a noi comuni mortali, sia ai 1790 metri quadri di via Corica, sia quelli della stradina sterrata, che costeggia il Mare di Ulisse.
Gigino A Pellegrini & G El Tarik