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  • IL TARLO

    Calgary 0ct 25 2016

    iltarl

    Sì, l’idea generale era nell’emisfero destro del mio cervello, e continua a perseguitarmi.  anche se non necessariamente come tema odierno. Per molto tempo ho pensato a vari modi di realizzare le potenzialità umane; poi circa un anno fa ho rotto ogni indugio ed ho iniziato a scrivere, cercando di mettere a fuoco le mie incertezze sul futuro di quelli appartenenti alla mia specie. E’ stato un processo molto lento perché ho dovuto lottare contro le favole che ci hanno raccontato per tutta la vita. So quello che voglio dire con sufficiente chiarezza; il problema è come dare corpo alle idee. Naturalmente, si può sempre parlare durante un dialogo, ma non si può pretendere che gli altri parlino all’infinito senza diventare trasparente e faticoso. Poi c’è sempre il problema del punto di vista: chi si assume il ruolo di raccontare la storia recente? Certamente non quella ufficiale. Hiroshima docet! Ho avuto grandi problemi nell’elaborare, fuori dalla trama tracciata dal sistema culturale dominante, e riorganizzare i miei appunti. Ora credo di intravvedere una crepa. Temo, comunque, di dilungarmi troppo e di non essere sicuro di quello che ho intenzione di fare, con queste mie idee sul divenire dell’umanità. Beh, ho pensato, c’è sempre una memoria completa di questa esperienza. Ci si ricorda per lungo tempo di qualcosa di straordinario che è avvenuto. E in qualche misura è possibile rivivere l’esperienza mettendola nero su bianco, come si diceva una volta, in particolare la trasformazione del mondo in cui si vive e in quello che ci circonda. Si possono ottenere alcuni accenni, di tanto in tanto, sul mondo e la sua trasfigurazione, non proprio con l’intensità dell’avvenimento, ma qualcosa del genere. Ci si auspica sempre, che nel parlarne o scriverne, aiuta a osservare il mondo in un modo nuovo. E si  può, addirittura, arrivare  a capire molto chiaramente il modo in cui alcune persone particolarmente dotate analizzano e lo vedono. Si viene effettivamente introdotti  nel tipo di “Villaggio globale” divulgato postumo da Marshall McLuhan’s , e co-autore Bruce Powers, che,  esplorando le nuove leggi dei mass media, intravvedevano un drammatico scontro fra punti di vista diversi.  Oggi, si comincia ad avere una esperienza diretta del mondo che verrà, anche sotto l’effetto di alcuni farmaci “illuminanti”, che ci permettono, in una certa misura, di “recuperarlo” in parte.  Un mondo, che certe persone privilegiate hanno avuto la possibilità di vivere sia dentro che fuori di esso, con un semplice atto di volontà, mentre veniva e viene  interdetto alla maggioranza silenziosa e tranquilla.  Cerco di immaginare come certe persone che conosco si comporterebbero in determinate circostanze. Naturalmente mi baso in parte su delle persone di mia conoscenza, non certo su creature frutto della fantasia, certamente meno complessi di quelle che popolano la nostra vita quotidiana e che in parte ci disprezziamo quasi intensamente. Uno dei motivi, forse, andrebbe cercato nella non staticità di una vita vissuta da nomade rendendo i rapporti con la gente complicati. Forse si è amato e odiato troppo profondamente. Ero convinto che il clima avesse un grande effetto su tutto questo, non solo la temperatura, ma la direzione del vento, e tutti i tipi di condizioni atmosferiche. Avevo inventato tutta una mitologia sul clima, pur di non restare fermo in un posto. Volendo scendere da questo mondo come se ce ne fosse uno nel quale andare a vivere in assenza di sopraffazione e sfruttamento. C’è di peggio, non solo i molti se ne stanno a guardare, ma collaborano attivamente con gli sfruttatori per realizzare quel disastro che chiamiamo società. È palese, lo sfruttamento dell’uomo sull’uomo esiste perché una élite egoista e parassitaria usa altri esseri umani come mezzi per ottenere il fine del profitto, e con esso il potere necessario a dominare il mondo. Non è altrettanto vero che lo sfruttamento avviene perché all’interno della società ci sono persone disposte  a farsi sfruttare, che convivono con altri che trovano normale tollerare lo sfruttamento. Per sconvolgere tutto questo e ribellarsi, bisogna essere disposti a rimettere in discussione ogni aspetto della putrefatta concezione di società, senza alcuna limitazione, abbandonando definitivamente il deleterio atteggiamento acritico-fideistico tipico delle asservite religioni, in luogo di un sano approccio scettico-razionale comunemente usato dalla speculazione scientifica, al fine di ricercare e diffondere alcune verità nascoste . Albert Einstein  soleva scrivere e condivido in parte: “Il mondo è quel disastro che vedete, non tanto per i guai combinati dai malfattori, ma per l’inerzia dei giusti che se ne accorgono e stanno lì a guardare”.

    Gigino A Pellegrini & G el Tarik

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