Nato povero a Bisacquino, un paesino della provincia di Palermo, a soli sei anni emigrò con i genitori e i suoi sei fratelli in America in cerca di migliori condizioni di vita. La famiglia si stabilì a Los Angeles e il giovane Frank iniziò la sua ascesa verso il successo in quel paese così ricco di opportunità, secondo la favola. Dopo aver conseguito la laurea in ingegneria, restò disoccupato a causa della crisi industriale del primo dopoguerra e approdò casualmente al cinema nel 1921. Esempio perfetto delself made man, umile emigrante diventato celebrità internazionale, “un’ispirazione per chi crede nelSogno americano” quando divenne creatore di gag per il produttoreMack Sennett, e diresse due film rimasti famosi:La grande sparata,del 1926 eLe sue ultime mutandinedel 1927, interpretati daHarry Langdon, il celebre comico dall’aspetto infantile. Dopo un’ infelice trasferta a New York nel 1927, per dirigere un film conClaudette Colbert:For the love of Mike, Il giovane Capra riuscì ad ottenere un vantaggioso contratto dalla Columbia Picture. Una volta entrato a far parte della grande casa cinematografica, ebbe inizio la parabola ascendente della sua carriera. Con molta intelligenza si dedicò a soggetti d’attualità; la caduta di un dirigibile nell’Antartico in Dirigibiledel 1931 e la crisi di una banca in La follia della metropolidel 1932. In quest’ultimo film Capra diede una svolta al suo modo di fare cinema: aumentò il ritmo del dialogo, facendo in modo che le battute degli attori non si accavallassero, eliminò i tempi morti. Nel montaggio cominciò a prediligere gli stacchi alle dissolvenze. Ma fu soltanto conAccadde una nottedel1934 insieme a una recuperataClaudette Colbert, che Capra scoprì quale sarebbe stata la sua vera vocazione di regista: narratore di ottimistiche e graziose storie che mostravano come, in un’America dilaniata dalla crisi, gli uomini di buona volontà potevano superare ogni ostacolo. Mentre altri registi di successo nella Hollywood degli anni ’30 si erano accontentati del fascino degli interpreti e di trame sfavillanti e irreali, Capra realizzò delle opere basate sulla realtà. Furono i film dell’idealismo roosveltiano, del ” sogno americano “. Con Accadde una notteCapra raggiunse inoltre una nuova naturalezza: le scene conClark Gable, mordace giornalista, e Claudette Colbert, ereditiera in fuga, che Gable insegue prima come cronista e poi come innamorato, erano vivaci e immediate. Capra dimostrò di essersi ormai definitivamente allontanato dal clima salottiero delle sue precedenti commedie, comeLa donna di platinodel1931. Le componenti del personaggio interpretato da Clark Gable, cioè la semplice rispettabilità, la propensione a godere delle piccole cose di tutti i giorni, riappaiono con maggiore evidenza in Longfellow Deeds con Gary Cooper protagonista diE’ arrivata la felicitàdel1936. Il successivo film di Capra,Orizzonte perdutodel1937, può apparire a prima vista un film enfatico, lento e talora lezioso, estraneo alla vena poetica del regista. Gran parte delle riserve avanzate sul film poggiano sul paragone con le più spontanee e drammaticamente articolate commedie incentrate sul dualismo tra umili e potenti alle quali è soprattutto legata la fama di Capra. Privo di un vero protagonista nel quale lo spettatore medio possa riconoscersi ed identificarsi, il film trova il vero significato nella sincera ispirazione che riversa nella descrizione della società utopistica, dove l’innocenza e la pace sono riconquistate. Il regista tornò presto al suo genere preferito conL’eterna illusione, adattamento della popolare commedia di Kauffman e Hart, che girò nel 1938. La trasposizione cinematografica rese i personaggi più vivi, le idee in cui essi credevano più evidenti. Per questo film Capra si aggiudicò il suo secondo premio Oscar come miglior regista. ConMister Smith va a Washingtondel 1939 Capra aveva trasferito direttamente nel campo della politica la sua polemica in favore dei lavoratori oppressi. Eppure nei suoi film la sua posizione politica personale era estremamente vaga dal resto, se così non fosse stato, il successo che ottenne non sarebbe stato così grande. Verso la fine del decennio, tuttavia, le minacce al sogno americano di Capra si fecero sempre più pericolose, visto l’imminente scoppio della Seconda Guerra Mondiale. Come sottolineò un critico, nemmeno lui, con la sua armonica, poteva arrestare i progetti diabolici di Hitler. E nel filmArriva John Doe del 1941 l’uomo della strada stavolta viene ingannato e sconfitto. E’ un film amaro, che mette in guardia sui pericoli quali l’annullamento dell’individuo per la massa, lo strapotere e il cinismo dei mass-media in qualsivoglia forma. Nel 1946, quando Capra prese a realizzare film come regista e produttore indipendente, dopo una brillante carriera come supervisore della serie di documentari di argomento bellicoWhy We Fight, l’isterismo che aveva dominato la trama diMeet John Doeera svanito. Ma evidentemente gli ideali di Capra non erano più intatti: George Bailey, il disperato e filantropo eroe diLa vita è meravigliosadel 1946 giunge quasi al suicidio. Solo l’intervento di un angelo, che mostra al protagonista interpretato da James Stewart come si sarebbe rovinata la cittadina di Bedford Falls se egli non fosse mai esistito, lo salva dalla morte e gli fa comprendere l’importanza della vita. Nonostante tutte le perplessità e bizzarrie che contiene, il film rimane uno straordinario esempio delle raffinate capacità tecniche di Capra e del suo amore illimitato per l’America delle piccole città di provincia. I film successivi non furono all’altezza dei suoi migliori, ad eccezione diLo stato dell’Unionedel 1948, che è un po’ il suo testamento spirituale. Capra si dimostrò però coerente ai suoi principi e, quando la sua libertà di autore si rivelò incompatibile con le leggi di Hollywood, si rassegnò a un lungo esilio dal set, realizzando con modestia e passione una serie di documentari didattici per la televisione. Tornato al cinema nel ’59, diede prova di non aver smarrito la sua grande verve. Negli ultimi trent’anni, il cantore dei buoni sentimenti e degli uomini semplici e onesti dalle grandi speranze, visse lontano dalla Hollywood che negli anni d’oro lo aveva visto incontrastato protagonista. Muore il 3 Settembre del 1991 all’età di 94 anni, aLaQuinta in California .
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