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  • DEMOCRAZIA!?

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    Ma se la crisi nella quale siamo immersi è anche l’esito dell’efficace lavoro di egemonia del postmodernismo sulla mentalità dominante e della distorsione alla quale questa tendenza sottopone la cultura di massa, si capisce che non è affatto possibile rispondere alla contorsione del significato delle parole, alla manipolazione dell’immaginario e all’avvelenamento delle relazioni sociali. Qualcuno ha scritto che bisognerebbe  “riscattare la sfera del pubblico dall’impero quasi tirannico di un individualismo possessivo e politicamente apatico”. La democrazia è stata storicamente caratterizzata come quella forma di governo in cui le decisioni politiche di un Paese sono affidate alla volontà della maggioranza dei cittadini. Così ci hanno raccontato negli ultimi 50 anni. Governo del popolo, governo per il popolo, si dice tradizionalmente, senza tuttavia considerare il significato autentico e più profondo di quel richiamo alla volontà dei cittadini. Dopo i grandi cicli rivoluzionari del Novecento, libertà significa anche e in primo luogo “aspirazione profonda e universale allo status e al riconoscimento”. Significherebbe, tra l’altro,  la possibilità e capacità di cambiare le cose, il potere di trasformare la realtà che ci circonda attraverso l’intervento attivo dei gruppi di interesse, delle classi sociali, dei popoli.  Di cosa si parla quando ci si riferisce a ‘democrazia’? Senza essere pedanti, forse è possibile chiarire e analizzare la democrazia in un certo numero di modi diversi. In ognuno di questi modi i requisiti sulla tecnologia saranno ovviamente differenti.  In un caso, possiamo dire che la tecnologia digitale sarebbe adatta per rafforzare la democrazia intesa in questo o quel modo, ma con la democrazia intesa in un altro modo, possiamo considerare le stesse caratteristiche tecnologiche come ostile ad essa.  Bisognerà distinguere da subito ciò che viene definita democrazia “sottile” o “democrazia rappresentativa” in ambedue i casi bisogna distinguere quella “plebiscitaria” e  “la democrazia forte “.  Ad ognuna di queste la tecnologia serve come strumento diverso. Nel caso della democrazia “sottile”, le istituzioni rappresentative dominano e i cittadini sono relativamente passivi. Essi sono al meglio dei “monitors”. Scelgono i rappresentanti, ma non interferiscono con il loro governare che, in astratto, dovrebbero essere responsabili nei confronti degli elettori. Inoltre, si crea un clima contraddittorio per la democrazia che mette le persone una contro l’altra e distingue nettamente privato e pubblico, rendendo la libertà esclusivamente un prodotto di interessi contro   interessi e fazione contro fazione. In questo tipo di  democrazia sottile, gli esperti e le élite sono quelli che effettivamente governano, mentre i cittadini recitano il ruolo dei cani da “guardia e monitor”, principalmente impegnati nella propria vita privata e affari privati. Una seconda versione di democrazia può essere vista in primo luogo come “plebiscitaria”. Questa forma di democrazia è associata alla cultura di massa e talvolta è addirittura etichettata come “totalitaria”, poiché si tratta di una forma di democrazia che emana delibere significative e dibattiti e comunica decisioni importanti a un pubblico passivo e ben addestrato attraverso la pubblicità.  I critici, della democrazia diretta e referendaria, sostengono che questa scorciatoia troppo spesso  è un plebiscito manipolato, dove il denaro privato e ​​pregiudizi privati ​​trionfano quasi sempre, e pochi sosterrebbero che il modello plebiscitario è qualcosa di diverso da una democrazia corrotta. Una terza versione della democrazia può essere intesa come democrazia “forte” che, pur non necessariamente sempre diretta, incorpora una forte partecipazione ed elementi deliberativi. Questo potrebbe, sempre all’interno di un contesto liberal-democratico, essere l’alternativa, in cui i cittadini, coinvolti a livello locale e nazionale in una varietà di attività politiche, avrebbero almeno una parvenza di partecipazione.  Una democrazia dibattimentale e riflessiva, condizioni essenziali per raggiungere un terreno comune e arbitrare le differenze tra le persone in una società multiculturale. Le nuove tecnologie, la democrazia trasportabile, i bombardamenti unilaterali, stanno accelerando drammaticamente un processo di smembramento della liberal-democrazia già in corso negli Stati Uniti negli ultimi anni, ( l’elezione di un ‘Donald Punk’ a presidente), incluse le libertà individuali, il cui fondamento costituzionale risale al “Bill of Rights” del 1791. Tutte cose che hanno cominciato ad essere disattese con sempre maggiore frequenza in nome della lotta al terrorismo e qualsiasi altra cosa salti in mente ai poteri forti.

    Gigino A Pellegrini & G el Tarik

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