Corrado Alvaro nasce il 15 aprile del 1895 a San Luca, un piccolo paese sul versante ionico calabrese, ai piedi dell’Aspromonte, in provincia di Reggio Calabria. Primo di sei figli di Antonio, un maestro elementare, e di Antonia Giampaolo, figlia di piccoli proprietari. Riceve l’istruzione di base da suo padre Antonio, maestro elementare e fondatore d’una scuola serale per contadini e pastori analfabeti. Dopo aver terminato le scuole elementari, prosegue gli studi a Frascati, nel collegio di Mondragone retto dai Gesuiti: ne verrà espulso dopo gli iniziali cinque anni di ginnasio, perché sorpreso a leggere testi considerati proibiti. Terminò i suoi studi liceali a Catanzaro dove nel 1913 conseguì la licenza liceale e dove rimase fino al gennaio del 1915, anno in cui partì militare per combattere la Prima guerra mondiale. Fu assegnato ad un reggimento di Fanteria a Firenze. Ferito in combattimento alle braccia, è obbligato ad una lunga degenza nell’ospedale militare di Ferrara prima e poi di Firenze: dalla sua dolorosa esperienza di soldato, nascono le “Poesie grigioverdi” (1917). Su invito di Giovanni Amendola, si reca a Roma nel ’22 per lavorare al “Mondo”, in qualità di corrispondente da Parigi. Successivamente interviene, sovente, nella polemica politica e culturale, coraggiosamente non tacendo le proprie idee democratiche ed antifasciste. Nel ’26 viene pubblicato il suo romanzo d’esordio, scritto qualche anno prima, “L’uomo nel labirinto”; nel ’29 appaiono i racconti de “L’amata alla finestra”, ispirati alla sua terra d’origine. Nel 1930 pubblica l’opera sua più celebreGente in Aspromonte, nella quale il realismo nella descrizione della vita calabrese si sposa felicemente ai toni sentimentali impiegati nel rievocare un universo popolare intriso di elementi magici ed arcaici. Seguono il romanzo “L’uomo è forte” (1938) e le novelle di “Incontri d’amore” (1940). Dal ’40 al ’42 si occupa di critica teatrale per il giornale “Popolo di Roma” del quale, dal 25 luglio all’8 settembre del ’43, diviene direttore; costretto alla fuga dall’ occupazione tedesca della città, trova rifugio a Chieti, dove si guadagna da vivere impartendo lezioni d’inglese. Tornato a Roma nel ’44, fonda, insieme a Libero Bigiaretti e Francesco Jovine, il Sindacato nazionale degli Scrittori, di cui resterà segretario sino alla morte. Nel ’46 licenzia L’età breve, primo romanzo della trilogia Memorie del mondo sommerso, poi completata da Mastrangelina (1960) e Tutto è accaduto (1961). Nel marzo del ’47 assume la direzione del quotidiano di Napoli Risorgimento ma, pochi mesi più tardi, decide di dimettersi per divergenze ideologiche. In seguito, collabora alla sceneggiatura del film “Riso amaro” (1949) di Giuseppe De Santise, dal ’49 al ’51, si occupa di critica teatrale sul settimanale il “Mondo”. Muore a Roma l’11 giugno del 1956, all’inizio di quello che verrà ricordato come il boom economico.
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