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  • CELLULA VERSUS BIT

    Calgary sept 10 2016

    cellverbit

    Una rivoluzione tecnologica sta rapidamente sostituendo gli esseri umani con le macchine in quasi tutti i settori dell’industria, della cultura e dell’economia globale. Già, milioni di lavoratori sono stati eliminati definitivamente dal processo economico, e intere categorie di lavoro e incarichi di lavoro si sono ridotti, ristrutturati o scomparsi. La disoccupazione globale ha ormai raggiunto il suo livello più alto dalla grande depressione del 1930. Più di 800 milioni di esseri umani sono ora disoccupati o sottoccupati in tutto il mondo. Tale cifra è destinata ad aumentare nettamente tra ora e la fine del secolo, come milioni di nuovi entranti nella forza lavoro si ritrovano disoccupati.  Analizzando e prendere coscienza di questi dati, forse bisognerà iniziare a rallentare lo sviluppo delle cosiddette “nuove tecnologie” e cercando di “inventarsi” uno stile di vita all’altezza della persona umana. Questa potrebbe essere la migliore prospettiva per il futuro. Un reinventarsi la natura con comunità agricole di piccole dimensioni. Anche se non esiste una visione coesa delle ramificazioni della tecnologia, un futuro senza riformare le nuove tecnologie potrebbe avere conseguenze disastrose per l’umanità intera o gran parte di essa. Non è difficile prevedere come le tecnologie attuali siano una minaccia per l’umanità e per il mondo naturale in generale, e che un futuro crollo della società umana è possibile o addirittura probabile. Ai gestori del mondo così ben serviti dalle loro potenti tecnologie non deve essere consentito di gestire questo loro potere indiscriminatamente.  Queste previsioni includono i cambiamenti in atto della umanità nel futuro, a causa della sostituzione degli esseri umani dai computer, decadimento genetico degli esseri umani a causa della mancanza di selezione naturale, ingegneria biologica degli esseri umani, l’abuso di potere tecnologico tra cui le catastrofi causate da organismi geneticamente modificati, guerra nucleare, e armi biologiche.  Il controllo dell’umanità con la sorveglianza, la propaganda, il controllo farmacologico e controllo psicologico con una umanità, non in grado di adattarsi al futuro.  Un disagio che si  manifesterà probabilmente con un aumento di disturbi psicologici; ampliamento di una economia e politica disuguagliante, alienazione sociale; una perdita del senso della comunità e una disoccupazione di massa. La tecnologia, causando degradazione ambientale a causa della miopia dei propri gestori, avrà il sopravvento con la evidente sovrappopolazione e sovraffollamento. In sostanza, una qualsiasi tecnologia riflette una visione del mondo. Le tecniche e organizzazioni sociali sono generati da una particolare visione del mondo e dipendono dalla sua percezione della vita, la morte, il potenziale umano, e il rapporto degli esseri umani tra di loro e con la natura. Fermare la distruzione portata da tali tecnologie richiede non solo la regolazione o l’eliminazione di singoli elementi, come armi chimiche, pesticidi e armi nucleari. Sono necessari nuovi modi di pensare l’umanità e nuovi modi di relazionarsi alla vita. Tutto questo richiede la creazione di una nuova visione del mondo. Si dovrebbe forse favorire la creazione di tecnologie da parte delle persone direttamente coinvolte nel loro utilizzo – non per gli scienziati, ingegneri e imprenditori che guadagnano finanziariamente dalla produzione e distribuzione delle invenzioni e che la gente conosce poco il contesto in cui vengono utilizzate le tecnologie. Tecnologie integrate con un elevato grado di flessibilità in modo che esse non impongono un’impronta rigida e irreversibile sui cittadini-utenti, e favorire la creazione di tecnologie che stimolano l’indipendenza dalla dipendenza tecnologica e promettono la libertà politica, la giustizia economica, e equilibrio ecologico. Sarebbe necessario impostare una lotta per favorire lo sviluppo di una visione del mondo per migliorare la vita nelle società tecnologiche occidentali. Infondere una percezione della vita e della morte e integrare il bisogno umano di espressione creativa. E non intravvedere il ruolo umano come il dominatore di altre specie e della biologia planetaria, ma come integrato, armonizzato nel mondo naturale con l’apprezzamento per la sacralità di ogni vita. Favorire la creazione di macchine, tecniche e organizzazioni sociali che rispettino sia la dignità umana che l’integrità della natura. Abbiamo un mondo da guadagnare. Ciò che non possiamo ignorare è che quello che ci viene concesso di utilizzare delle nuove tecnologie, sono le briciole, le rimanenze del luculliano pasto quotidiano dei potenti della Terra.

    Gigino A Pellegrini & G el Tarik

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