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  • CARI MERIDIONALI

    Edmonton 14 dicembre 2018

    carmerid

    Antonio Gramsci, grande meridionale e meridionalista, scriveva: “Lo stato italiano [Savoiardo] è stato una dittatura feroce che ha messo a ferro e fuoco l’Italia meridionale e le isole, squartando, fucilando, seppellendo vivi i contadini poveri che scrittori salariati tentarono di infamare col marchio di briganti.” Le forze in campo erano: l’esercito piemontese (divenuto”italiano”dal 4 maggio 1861) che nel 1862 arrivò a schierare nel Sud 120.000 uomini, metà della forza complessiva, e più precisamente: 52 reggimenti di fanteria; 10 reggimenti di Granatieri; 5 reggimenti di cavalleria; 19 battaglioni di bersaglieri; in più vanno sommati: 7.489 carabinieri e 83.927 militi della Guardia Nazionale.
    Si opponevano a questa imponente forza di repressione gli 80mila guerriglieri (“eroi poi ridefiniti briganti”) meridionali, male equipaggiati e divisi in 488 bande, chiamate “comitive” che contavano dai 10 ai 500 combattenti, prive di un’unità d’azione, questo impedì la loro vittoria finale; infatti il loro
    spirito” indipendentista non solo non li predisponevano ad essere “guidati” da soldati di professione, accorsi a soccorrere il deposto sovrano Francesco II di Borbone, ma impediva anche un’azione coordinata tra loro.
    Già nel novembre del 1860, pochi giorni dopo l’incontro di Teano tra re Vittorio e Garibaldi, sui muri dei paesi intorno Avezzano era stato affisso un proclama [tra i primi di una lunga e tragica serie] del generale piemontese Pinelli che ordinava:
    1) “chiunque sarà colto con arma da fuoco, coltello, stili od altra arma qualunque da taglio o da punta e non potrà giustificare di essere autorizzato dalle autorità costituite sarà fucilato immediatamente [ognuno di noi sa che tutti i contadini possiedono almeno una di queste “armi”];

    2) chiunque verrà riconosciuto di aver con parole o con denari o con altri mezzi eccitato i villici a insorgere sarà fucilato immediatamente;

    3) eguale pena sarà applicata a coloro che con parole od atti insultassero lo stemma dei Savoia, il ritratto del Re o la bandiera italiana. Abitanti dell’Abruzzo Ulteriore, ascoltate chi vi parla da amico. Deponete le armi, rientrate tranquilli nei vostri focolari, senza di che state certi che tardo o tosto sarete distrutti” [Pinelli fu decorato dai Savoia, con medaglia d’oro al valore, per la campagna contro il brigantaggio].
    E così mentre i ribelli meridionali si avventavano contro gli invasori , i loro beni, i soldati, le strutture amministrative e politiche del nuovo stato, a loro volta migliaia di soldati e uomini dell’esercito piemontese e della guardia nazionale si accanirono su contadini e pastori, fucilandone a migliaia, dando alle fiamme e distruggendo fattorie, villaggi, paesi, raccolti ed ogni cosa potesse dare sussistenza diretta o indiretta ai “briganti partigiani”. Una vera e propria tragedia.

    Gigino A Pellegrini & G el Tarik

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