RITORNO A CASA
Le fibre di amianto – una famiglia di silicati fibrosi resistenti al calore, agli acidi e agli alcali – inalate provocano gravi patologie dell’apparato respiratorio (l’asbestosi, il tumore maligno del polmone e della laringe e il mesotelioma pleurico) e neoplasie a carico di altri organi, il mesotelioma peritoneale, pericardico e della tunica vaginale del testicolo, e il tumore maligno dell’ovaio. Causano inoltre placche pleuriche e inspessimenti pleurici diffusi. Alcuni studi suggeriscono che sia causa di tumori maligni in ulteriori sedi, quale l’apparato digerente. Queste patologie sono caratterizzate da un lungo intervallo di latenza tra l’inizio dell’esposizione e la comparsa della malattia, intervallo che, nel caso del mesotelioma, è in genere di decenni.
Le case italiane, sino a due decenni fa, sono state imbottite di amianto, dai sottotetti alle cantine. Questo materiale è stato uno dei segni del boom economico e gli effetti sulla salute delle esposizioni alle sue terribili fibre, latenti per oltre 40 anni, continueranno a tradursi a lungo in malattie e morti. Anche perché “la curva dei nostri consumi di prodotti in amianto” è cominciata dopo quella dei Paesi europei più industrializzati.
Ecco che cosa rischiano gli italiani. E’ importante che la gente sappia e sia consapevole dei rischi quando, purtroppo, ci sono. Sono stati individuati dalla Val D’Aosta alla Sicilia. Milioni di persone esposti a rischio malattie, tutte mortali: tumori, malattie respiratorie, malattie circolatorie, malattie neurologiche, malattie renali. È intuibile che in Calabria, senza industrie tradizionali dell’amianto, non si possano riscontrare picchi di mortalità, ma di case ne sono state costruite tante anche in quella regione con l’utilizzo, come altrove, di materiali d’amianto e quei pochi casi diagnosticati sembrano sovrapporsi alla mappa di Guariniello dei «processi dimenticati». Dice il magistrato: “Sugli infortuni e malattie professionali i colleghi calabresi mi hanno parlato di minacce a chi dovrebbe segnalare loro i casi. Processi se ne fanno pochi e pochissimi arrivano in Cassazione”.
Amianto; particolarmente all’amianto, non si sa quante siano le strutture che espongono i cittadini all’amianto. Non il rischio ma l’esposizione. Il rischio è l’avvelenamento e le malattie che ne conseguono. Il problema non e` facile perche l’amianto e` dappertutto, nelle vernici, nei pavimenti, nelle mattonelle, negli intonaci e non solo negli isolamenti e tetti, nei cassoni dell’acqua etc, etc. Tutti hanno l’amianto nei polmoni, dipende dall’esposizione il rischio di malattie. Al momento si naviga nel buio, nel senso che non ci sono ispezioni, relazioni tecniche e quindi un censimento preciso dell’amianto. “È una strada stretta via Montebianco. Lunga poco più di 100 metri. Una palazzina dietro l’altra. Una ventina di famiglie. Ognuna con il suo morto o il suo ammalato di cancro. Dieci vittime dal 2000 ad oggi. E 25 persone che lottano ancora contro il tumore. Siamo ad Amantea, costa tirrenica della Calabria.” Via Montebianco , qualche tempo addietro, ha ricevuto la visita degli esperti dell’Arpacal, l’agenzia regionale per la protezione ambientale, e quelli dell’Asp, l’azienda sanitaria provinciale di Cosenza. “Non abbiamo trovato nessun riscontro scientifico alle notizie allarmistiche” assicurava l’allora dirigente dell’Asp, Piero Borsani. Ma Adriano Bruni, 34 anni, abitante in Via Montebianco, non si è mai rassegnato. Ha visto troppa gente morire in quella strada. Ultima sua madre. Aveva solo 55 anni. La salute non sembra essere al centro dei pensieri degli Amanteani né di chi, non più tardi di 2 mesi fa, sbraitava e si affannava dal pulpito cercando di farsi votare per amministrare il paese.
L’amianto non è fonte inquinante solamente su coperture di strutture industriali e commerciali, ma anche su abitazioni civili, condomini, capannoni agricoli, magazzini e depositi. Si può infatti stimare che oltre il 90% delle coperture è costituito da questo materiale e, solo in Italia, ve ne sarebbero circa 3 miliardi di m2. Circa un mese fa è uscito l’ultimo comunicato ufficiale da parte dell’Arpacal riguardante la mappatura dell’amianto naturale presente sul territorio calabrese : “sono stati campionati affioramenti ofiolitici nei comuni di Amantea, Lago, Malito, e Grimaldi, in provincia di Cosenza, al fine di verificare la presenza di minerali asbestosi. La loro identificazione è finalizzata a meglio definire le modalità di escavazione ed utilizzo dei materiali estratti, la classificazione preliminare dei giacimenti ofiolitici in relazione al loro contenuto di amianto, inteso sia come stima dell’amianto totale che come amianto rilasciabile/liberabile valutato analiticamente, nonché altre eventuali criticità”. Se però, ci si arrampica sulla collina, che ospita i ruderi del vecchio castello di Amantea, dotati di un buon binocolo si scoprono decine di coperture di abitazioni civili realizzate con materiale Eternit che è un marchio registrato di cemento – amianto e il nome della ditta che lo produce, appartenente all’azienda belga Etex. L’Eternit veniva e in parte viene utilizzato come materiale da copertura, nella forma di lastra piana o ondulata, o come coibentazione di tubature. La commercializzazione di Eternit contenente cemento-amianto dovrebbe ( qui il condizionale è d’obbligo) esser cessata in Italia tra il 1992 e il 1994. Quanti decenni ancora dovranno passare per rivedere dalla collina i tetti di Amantea privi di eternit?
Gigino Adriano Pellegrini & G el Tarik