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  • Aroldo Tieri

    Aroldo Tieri

    Nato a Corigliano Calabro (CS) il 28 agosto 1917, Aroldo Tieri era figlio del noto commediografo, giornalista e critico teatrale Vincenzo , fondatore e direttore, nel 1937, del  Corriere del Teatro.  Aroldo, mentre studia giurisprudenza a Roma s’iscrive all’Accademia nazionale d’arte drammatica “Silvio D’Amico”, dove consegue il diploma nel 1938. L’anno stesso debutta in palcoscenico in “Francesca da Rimini”, nella parte di Malatestino; dell’anno successivo, invece, il suo esordio sul grande schermo, in “1000 chilometri al minuto” di Mario Mattoli. E’, comunque, il teatro l’attività cui preferisce dedicarsi senza dire no al  cinema dove preferiva ruoli  di fidanzato geloso, come ad esempio in due commedie quali “Fuga a due voci” e “Il fidanzato di mia moglie”, entrambe dirette da Carlo Ludovico Bragaglia nel ’43. Nel 1938 entra a far parte della compagnia dell’Eliseo (veste i panni di Fabiano ne “La dodicesima notte” di Shakespeare, per la regia di Pietro Sharoff), nel dopoguerra si fa notare per la sua brillantezza  con testi di Pirandello, Salacrou e Vanderberghe. Non disdegna, tuttavia, la rivista: nel ’44 è nel “Pasquino” di Metz ed accanto ad Anna Magnani in “Così per gioco” di Salacrou, partecipa nel ’45 a “Soffia, so'” e “Cantachiaro n.2″ di Garinei & Giovannini e nel ’46 a “Sono le dieci e tutto va bene”, dei medesimi autori. Nel 1952 forma una compagnia teatrale  assieme ad Olga Villi e Carlo Ninchi. Nei due lustri compresi tra il ’55 e il ’65, si dedica  soprattutto al cinema – lavorando con registi come Carmine Gallone, Luigi Zampa, Mario Soldati e Pietrto Germi – ed alla televisione, recitando in innumerevoli sceneggiati come “La foresta pietrificata” (1957), da Anderson Sherwood; “Le avventure di Nicola Nickleby” (1958), da Charles  Dickens; “Il potere e la gloria” (1965), da Graham Greene; “Melissa” (1966) e “Giocando a golf una mattina” (1969), ambedue di Francis Durbridge .  Conduce  assieme a Lauretta Masiero ed Alberto Lionello la terza edizione di “Canzonissima”. Giunto in prossimità dei cinquant’anni, egli dirada le sue partecipazioni in celluloide e si concentra sull’attività teatrale, formando nel ’65 compagnia con Giuliana Lojodice – destinata, in seguito, a diventare sua moglie – e cimentandosi con lavori di  EdwardAlbee, Luigi Pirandello, William Shakespeare, George Bernard Shaw. Da segnalare, tra mille interpretazioni di notevole spessore, le mirabili prove fornite in “Un marito” di Svevo con la regia di Gianfranco De Bosio, che gli frutta il premio Curcio nel 1984, e ne “Il Misantropo” di Molière, diretto da Luigi Squarzina. Va ancora ricordato che nel 1995, assieme alla moglie  Giuliana Lojodice, è stato protagonista di un referendum che ha indotto la Rai ad affrontare il problema del teatro in televisione. Tieri si è spento a Roma, il 29 dicembre del 2006.

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