“Ahi serva Amantea, di dolore ostello, nave sanza nocchiere in gran tempesta,
non donna di provincie, ma bordello”
Beaumont sur Mer Luglio 2015
La politica in Amantea è cosa molto semplice. Da una parte le persone che hanno tutto, denaro, onori, posti; dall’altro le persone che non hanno niente. Per gli uni tutto va bene, per gli altri tutto va male. A destra la digestione, a sinistra l’appetito. Ieri mattina sul lungomare di Amantea ho incontrato un uomo addetto alle pulizie delle strade, alle dipendenze delle cosiddette cooperative “consorziate”. Non riceve, il già misero stipendio, da cinque mesi, mentre sulle pagine web appaiono sorridenti i membri della Giunta che amministra la cittadina. Entusiasmo alle stelle per un marchio. “Si svolgerà il prossimo 3 luglio alle ore 18 presso la terrazza del Mediterraneo Palace Hotel la presentazione del marchio d’area “Antica Temesa”. Si tratta di un progetto quanto mai ambizioso che coinvolge i comuni di Amantea (ente capofila), Belmonte Calabro, Serra d’Aiello, Lago ed Aiello Calabro allo scopo di promuovere dal punto di vista turistico il territorio.”
Senza dimenticare il grande evento che sta per aver luogo. “Lavori terminati e pronto ad aprire i battenti con l’inizio del nuovo anno scolastico, per la gioia dei genitori che avranno l’opportunità di portare i propri figli in un ambiente creato appositamente per loro. L’esecutivo guidato dal sindaco Monica Sabatino aggiunge un altro tassello alla propria azione di governo consegnando idealmente l’asilo nido di Campora San Giovanni alla comunità.”
E poi c’è, la meraviglia delle meraviglie, il tragitto esplorativo del Centro storico. E, dulcis in fundo. Udite! Udite! Il miracolo: “Il Ministero della Salute conferma il rapporto sulla balneazione in Calabria. Sul sito dedicato Portale Acque, quando si ricerca la città di Amantea in Provincia di Cosenza, appare evidente che il mare è pulito lungo gli oltre 14 chilometri di costa nepetina. Un dato confortante che apre ufficialmente la strada a questa estate amanteana. Non resta altro da fare se non quello di tuffarci nel nostro bel mare.” Tutti al mare a veder le chiappe chiare… con lo stesso sorriso stampato sulla faccia, tranne quello dell’uomo con tre figli a carico e le lacrime che gli solcavano il viso .
Ero tornato in Calabria con qualche idea di scrivere articoli sulle bellezze di questa Terra, ma gli eventi mi hanno dissuaso quasi immediatamente, perché l’unica cosa sensata da fare è sì scrivere, ma su cosa avveniva e avviene nel paese che mi ha visto nascere.
Ad Amantea trovo che la realtà si nasconde dietro una serie di facciate e di “eventi” da presenziare, come quelle che ho poco innanzi citato. Non importa se si tratta per lo più di cose banali e a volte menzognere. Indubbiamente la menzogna la giustificano con lo stato di necessità, (parlare dell’acqua del mare inquinata fa male al turismo) ma è una giustificazione comunque problematica, perché significa trovare un posto alla menzogna all’interno della verità. E’ una bella gatta da pelare quella sul come domare l’eccezionalità, come domare l’indomabile, come mettere argine all’irrazionalità umana. La menzogna, sotto questo aspetto, è la quintessenza dell’irrazionalità. Infatti si può mentire solo perché si presume che tutti gli altri non mentano. Chi è che mente? L’uomo che non riesce a fare la spesa per dare da mangiare alla moglie e ai propri figli, oppure chi questo problema non se lo pone neanche? Passando in rassegna tutto ciò che osservo da più di due anni, trovo che non possono mancare le quattordici terzine del VI canto del Purgatorio, con le quali sette secoli fa Dante Alighieri inchiodò la condotta morale, civile e politica dell’Italia. Lo splendido incipit “Ahi serva Italia….” rischia di nascondere il seguito del suo “ragionamento” a proposito dell’incapacità del suo popolo di trovare un minimo di unità anche dentro “quei ch’un muro e una fossa serra”. La demagogia di piazza è deplorevole ma la demagogia istituzionale è semplicemente vomitevole. Il governo del dire ha spodestato il governo del fare. Ci sono funzionari che non funzionano, dirigenti corrotti, incapaci, inefficienti, e ci sono tantissimi episodi di disservizi, mala gestione, danni commessi dalla pubblica amministrazione che restano impuniti o solo deplorati. Da quando son tornato ho notato che gli Amanteani che comandano non sono persone normali, ma stregoni! Stregoni costretti a nascondere la loro natura e i loro poteri per rispettare le leggi dei Custodi, ai quali devono obbedienza. Leggi che gli altri Amanteani prima o poi, vorranno infrangere e così smentire clamorosamente quelle persone che mi accusano di produrre solo “fiumi di parole” attraverso la mia poca “spontaneità”. Scrivo auspicando che queste parole non diano ragione ai prepotenti che ho appena citato. Il sistema dominante ha fatto del lavoro il suo principale valore. Lo usa come una clava per governare,sottomettere, ricattare e come strumento di guadagno. Le persone vengono costrette ad implorare un piccolo lavoro per pagare a credito la loro miserabile vita. Si sfiancano, si avviliscono, perdono la maggior parte della loro forza vitale e subiscono le peggiori umiliazioni. Dedicano tutta la vita ad un’attività faticosa e lagnosa per il profitto di pochi. L’invenzione della disoccupazione moderna è sempre lì, in agguato, per spaventarli e costringerli a ringraziare la generosità dei potenti. Ciò che auguro agli Amanteani è un’azione contestatrice contro questo sistema di abusi e soprusi.
Gigino A Pellegrini & G el Tarik