Edmonton oct. 13 2015
“Spengiti, spengiti breve candela! La vita non è che un’ombra che cammina, un povero commediante che si pavoneggia e si agita, sulla scena del mondo, per la sua ora, e poi non se ne parla più; una favola raccontata da un idiota, piena di rumore e di furore, che non significa nulla.”
Chi vive in un paese marcio, non può sapere che noi non siamo mai soli. Anche se crediamo che nessuno ci abbia visto mentre mentivamo agli altri e cercavamo di ingannare perfino noi stessi, un muto testimone era sempre lì presente, la Verità. Come rendere comprensibile che l’astuzia, il nascondimento e la dissimulazione non aiutano nella lotta della vita, che nessun nascondimento e nessuna dissimulazione servono a renderci immuni alle conseguenze negative delle nostre malefatte, della nostra mancanza di rispetto, lealtà e trasparenza? Alcune persone sono così radicalmente, così inescusabilmente ignoranti e bugiarde riguardo alla propria verità interiore, fino al punto di fare quasi una virtù della propria ignoranza e un vanto della propria menzogna. I politici italiani e non solo loro. Uomini e donne che ignorano il diamante in fondo alla propria anima; un diamante bellissimo e splendente, mirabilmente sfaccettato e di valore incomparabile… . L’Italia è stata, negli ultimi secoli, un paese pronto a piegarsi ai peggiori governi. Un paese dove tutto funziona male, come si sa. È un paese dove regna la corruzione, il disordine, il cinismo, l’incompetenza e la confusione: “Facite ammuina fuje nu mito melitare ca se stennette ncopp’‘a guerra pe’ scredità ‘a serietà d’‘a marina d’‘o Regno d’‘e Ddoje Sicilie. Stu mito è addeventato ogge nu canusciuto favezo storeco, canusciuto int’‘a cultura popolare. Chistu documento fuje scritto comme fosse n’ordine riale ‘e l’anno 1841, forse fatta d’‘e furastiere c’‘appuggiaieno ‘e Savoia. Se riceva ca era n’ordine ‘ra Real Marina e ca veneva ausata quanno venevano ‘e cchiù avute cariche d’‘o stato”. E tuttavia, per le strade, si sente circolare l’intelligenza, come un vivido sangue. È un’intelligenza che, evidentemente, non serve a nulla. Essa non è spesa a beneficio di alcuna collettività che possa migliorare, anche di poco, la condizione umana. “Facite ammuina….”. E fu così che chi aveva dipinto le Amministrazioni pubbliche come un vero e proprio flagello si ritrovò a fare appelli per consentire alle stesse di proseguire nel loro cammino, come se 60 anni non fossero stati abbastanza lunghi. Chi nelle campagne elettorali si era proposto come “alternativa” ha finito per esserne la stampella su cui contare. Chi, spinto dalla “delusione”, avendone decretato il “coma farmacologico” ha immediatamente ritrovato la “terapia” adatta; quel cocktail di farmaci e buona cucina che ha fatto risvegliare i moribondi amministratori. Mentre, pochi altri, rimangono della stessa opinione e cioè che queste Amministrazioni che si sono alternate sono state una vera e propria “catastrofe”, in particolar modo per le collettività meridionali , intorno alle quali la parola d’ordine è sempre stata “facite ammuina”. Parlamentari e assessori piagnoni dopo essersi visti approvare ogni iniziativa; altri allontanati ancor prima di insediarsi; assessori e parlamentari dimessisi (una rarità) irrevocabilmente e revocabilmente pronti a rientrare; cittadini che, se pur con “grande amarezza”, avevano ritenuto “definitivamente concluse ” l’esperienze liberal democratiche dalla fine del Secondo conflitto mondiale, altrettanto “definitivamente” l’hanno riaperte fino ai giorni nostri, continuando ad esercitare il “libero” voto con il quale si ha l’illusione di una libertà individuale senza fine ma inevitabilmente ristretta nella sfera privata, nel confine del consumo o di scelte individuali che non cambiano assolutamente nulla del mondo che ci circonda, se non addirittura del desiderio e dell’immaginario. E lasciandoci l’illusione di essere liberi per il solo fatto che possiamo cambiare canale, colore di capelli o fidanzata ogni volta che vogliamo, questo mondo continuerà per lungo tempo ad andare avanti come va adesso e continuerà a decidere per noi.
Solo nuvole sui miei giorni/Il tempo non è più mio complice/non torna indietro da lei/che avrei voluto stendere./Il tempo non è più mio complice/Il prezioso sentimento/non sa dove appendersi.
Gigino A Pellegrini & G el Tarik