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    Patrizia Bazzarelli
    A Creative Upcycler

    La persona umana vive la sua vita individuale in un mondo che esiste indipendentemente da essa. Il suo agire avviene sempre, di conseguenza, nel quadro della vita sociale, attraverso una interazione con la stessa. Risulta, dunque, vuoto ogni astratto dualismo che opponga rigidamente e in modo esclusivo la personalità alla socialità della persona. Il mondo di un’opera artigianale significa una fetta della realtà di una vita, ma poiché il suo possibile contenuto non gli permette di rappresentare altro che alcuni frammenti della vita stessa, la sua universalità non può essere come quella di un romanzo, che rappresenta il proprio universo in modo oggettivo e che non ha limiti neppure per quanto riguarda i mezzi d’espressione. Rispetto al contenuto della scrittura (romanzi, epica,drammi teatrali), l’universalità del manufatto è immediata ed intensa. L’obiettivo dell’oggetto creato è l’effetto su chi lo osserva e le circostanze in cui lo stesso deve conseguire l’apprezzamento o meno. E’ chiaro che nel realizzare un manufatto, forma e contenuto si convertono incessantemente l’uno nell’altro. Anche se si sta parlando di artigianato, non bisogna dimenticare che questo è spesso vicino all’arte, e non pertinente all’arte in senso stretto. L’alba di un nuovo periodo storico è quasi sempre un’ora triste e difficile, favorevole alle angosce e ai collassi: ma è anche l’ora che decide come sarà il giorno. Come gli intellettuali, gli artisti stanno giocando su una carta sola, con molto coraggio e molta determinatezza, il destino di tutti quei valori che formano il patrimonio dell’umanità. Stanno scoprendo a quali condizioni, forse durissime, quei valori potranno sopravvivere e tramandarsi. Ma credo che anche soltanto in questo giocare tutto per tutto pur di poter ancora fare, si realizzi la profonda eticità dell’atto creativo moderno. Intervenire sul costruito – il costruire nel e sul – è sempre il frutto creativo di un atto di determinazione. L’architetto Patrizia Bazzarelli opera a diversi livelli in rapporto a diversi ‘tempi’, il tempo della storia generale e il tempo specifico della storia particolare, nel quale si svolge la meccanica interna del processo compositivo. Il creare nel e sul creato riguarda non solo un edificio o un luogo che viene realizzato in relazione ad un qualcosa di esistente, ma soprattutto ‘dopo’ l’ esistente. Riguarda un po’ tutto l’atto creativo. La Dual-P, ideata da Patrizia Bazzarelli, stabilisce proprio una relazione nel tempo fra il momento presente e i momenti che l’hanno preceduta. Esiste poi un terzo tipo di ‘qualità’ del rapporto fra il momento presente e i momenti che l’hanno preceduto ed è quella che governa lo ‘spazio interno’, in cui si svolge il processo compositivo. Si tratta certamente anch’esso di un tempo circolare, i cui accadimenti sono compresi tra la posizione di un’ipotesi iniziale ed un esito, al termine del quale l’oggetto esce dalla sua indeterminatezza per assumere una forma nuova. Altro dai suoi ingredienti originari che hanno contribuito a farlo venire alla luce.
    L’opera dell’ingegno assume anche il ruolo di strumento di apprendimento che attraverso la bellezza produce quella conoscenza che proviene dalle intuizioni, insieme alla mozione degli affetti, dal rispecchiarsi dell’immaginazione, che i Romantici chiamavano il “respiro dell’anima”. Ciò che mi preme sottolineare è la vera forza e profondità dell’evocazione artistica dell’architetto Patrizia Bazzarelli, diretta innanzitutto verso l’interno della persona e cioè suscitare in essa nuove esperienze interiori, che ampliano e approfondiscono l’immagine che essa ha di sé e del mondo con cui ha a che fare. Questo effetto dell’opera artigianale viene riconosciuto dalla sana sensibilità sociale degli umani. Il rapporto tra creare e creato assomiglia sempre di più a quello tra autore ed opera, ossia tra il soggetto (l’artista che interviene sull’esistente per dargli un’altra vita, ) e l’oggetto ( il nuovo). L’opera di Patrizia Bazzarelli si colloca nella realtà dei “netizen”(*), come ormai vengono chiamati i cittadini della Rete. Un concetto che ha preso forma all’inizio degli anni Novanta del millennio scorso, quando la nascita di Internet ha rivoluzionato il modo di comunicare tramite l’elettronica. Aggirati i controlli centralizzati che da sempre avevano soffocato la creatività, la Rete è progressivamente divenuta il secondo universo – dopo lo spazio – ad organizzazione autonoma. Mentre gran parte delle persone non hanno ancora molta familiarità con l’idea dell’Upcycling (riciclo) come stile di vita, la comunità artistica già da qualche tempo propone “qualcosa dal nulla”. Nel creare dai rifiuti, questi artisti della ‘recyclart’ (riciclarte) ci mostrano la bellezza contenuta in gran parte delle cose di tutti i giorni, o come i rifiuti di una persona possono diventare un apprezzabile opera per qualcun altro . Questi atti individuali mostrano come possiamo allontanarci dal ciclo dei rifiuti per abbracciare una visione possibile della nostra esistenza a rifiuti zero.E’ in questa nuova visione del mondo, nella nuova forma di comunicazione che Patrizia Bazzarelli opera dopo essersi laureata in Architettura presso l’università di Camerino. Comincia così, con una visione del terzo millennio, la Upcycling creativa di Bazzarelli. Studia i processi per soddisfare le necessità umane – energia, lavoro, casa e altro – in modo sostenibile. Il suo approccio è come riciclare(to Upcycle) le cose che sembrano aver esaurito il motivo del loro esistere . Un mondo nel quale la tridimensionalità ha reso meno importante la parola scritta e parlata;nel quale prevale l’iperdisciplinarietà, grazie alla quale ogni problema viene affrontato da una miriade di tecnologie e scienze diverse, per giungere a una soluzione comune. In questo mondo, ogni opera è quasi sempre un “costruire nel e sul costruito”, nel corso del quale processo creativo, l’intenzione dell’autore e la sua capacità critica, svolgono un ruolo fondamentale. Sono convinto che la Dual-P rappresenta la libertà di fare arte da parte della sua Ideatrice in quello che è già l’oggi e sarà il futuro prossimo.
    (*) Cittadini del Web

    Gigino Adriano Pellegrini

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