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  • AMANTEANI!! AB OVO.

    AMANTEANI!! AB OVO.

    abovo

    Beaumont sur Mer agosto 2015

    Stavo pericolosamente riflettendo. Se tutte le contestazioni, fatte in questi ultimi mesi riguardanti gli esempi di mala amministrazione, hanno un significato, questo secondo me consiste nel fatto che esse vanno nel senso della naturale quanto popolare eticità: per la collettività penso che sia alquanto inammissibile che dei dirigenti amministrativi, siano privi di Moralità. Nessun legame con la moralità spicciola e bacchettona. Questo perché la collettività crede veramente che essi agiscano in suo nome, dato che a loro viene affidato, attraverso il voto “liberal-democratico”, la propria sovranità. Quindi, la stessa collettività pensa che essi rappresentino legittimamente gli interessi dei loro elettori. Se questi gestori del potere reale agiscono disonestamente, emerge una bella contraddizione tra moralità e legittimità. Due elementi, questi, che infatti dovrebbero essere indivisibili. Almeno secondo gli ideali delle democrazie occidentali.

    Coro: Chi è colei che la rupe/ profetica di Delfi disse avere compiuto delitti e furti indicibili fra tutti/ con mani sanguinarie? E’tempo per l’Amministrazione di muovere,/ fuggendo, piede più gagliardo che i destrieri veloci come procella./ Armati contro lei si scaglino con fuoco e con fulmini i figli di Zeus,/ e terribili insieme seguiranno/ gli inevitabili eventi.

     

    Il problema è che la collettività lavoratrice non riesce a vedere il proprio ruolo di “promotore” di movimenti di insurrezione popolare.Di una rivolta necessaria. Probabilmente manca la capacità di ragionare, di analizzare le varie problematiche sociali e di arrivare ad una fusione di rivolte, d’origine diversa in quanto vi sono variegate classi sociali che subiscono diverse forme di oppressione. E’ naturale, quindi, dedurre che ogni oppressione dovrebbe provocare inevitabilmente una resistenza, una ribellione, stimolare cioè la creazione di un certo numero di nuovi valori. Il ruolo di una parte della collettività, cosciente della insoddisfazione generale e dal modo di gestire il potere in maniera cosiddetto“democratico”, dovrebbe essere quello di produrre un “linguaggio comune” comprensibile a tutti i componenti delle varie classi, in quanto tutte subiscono, anche se in misura diversa, questa o quella oppressione e abuso. Prendere coscienza di questo tipo di problematiche porta inevitabilmente al rifiuto dell’obsoleto sistema di “via democratica al potere” di togliattiana memoria. Con quella sua “via” che incontrò tantissime resistenze in quanto aveva come fine qualche piccolo miglioramento e qualche piccola riforma. Ciò che predicava il “Migliore”, era l’utilizzo del voto come una delle possibilità di sviluppo di un’azione democratica per ottenere- si fa fatica a crederci- “delle profonde riforme” strutturali della società.
    Oggi si sta assistendo, grazie anche a ciò che è stato appena accennato, ad un revisionismo reazionario interno allo stesso establishment che ha aperto la strada alla democrazia autoritaria, nel mondo. Uno di quei periodi storici nei quali anche la tanto osannata “libertà” ha le sue stagioni predefinite e prevedibili. In questi ultimi 60 anni si è assistito ad una mutazione capitalistica, uno sconvolgimento tecnologico di effetto obbligato: ricchi sempre più ricchi, poveri sempre più poveri, sempre più emarginati. Probabilmente si sta pensando di trasferirli, una volta anziani, in qualche altro pianetino e non sporcarsi così le loro delicate manine del sangue dei loro ormai ex schiavi. È questa la ragione di fondo per cui la Resistenza e l’antifascismo democratico appaiono sempre più sgraditi, sempre più fastidiosi al nuovo potere. Padroni arroganti e impazienti che non accettano più neanche lo loro stessa legge uguale per tutti, la legge se la fabbricano ad personam con i loro parlamentini di yes-men (Berlusca docet). Democrazia, degli scioperi, della gigantesca macchina dai mille congegni che dovrebbe garantire un mediocre benessere a tutti e un’inedia peggiore dell’inferno a chi non saprà adeguarsi al sistema di vita della massa silente e tollerante incapace di opporsi a queste bestie parassitarie.

    Gigino A Pellegrini & G el tarik

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