Franco Magli è un pittore-scultore senza conservanti né additivi, così si definiva durante un’intervista rilasciata a Rainews 24 qualche tempo fa. Nato ad Ajello Calabro in provincia di Cosenza nel giugno 1945, passa i primi anni della sua infanzia nella cittadina calabrese, ma poi vivrà sino all’adolescenza in un collegio a Limbadi. Da lì, si trasferì giovanissimo a Milano, soprattutto nella sua Isola (il quartiere vicino alla stazione ferroviaria di Porta Garibaldi). Nella città meneghina si forma presso l’Accademia degli Artefici di Brera, sotto la guida di Nicola Gianmarino (per la scultura), di Pippo Spinoccia (per il disegno) e di Raffaele De Grada (per la storia dell’arte e la critica sociale). Ha avuto come compagni di viaggio personaggi come Ibrahim Kodra, l’ultimo grande artista post-cubista albanese scomparso agli inizi del 2006. Un’ arte, quella di Francesco Magli, che si realizza su tela, sui cartoni, nell’argilla e anche nel legno con un personaggio, lo “Zampognaro” che di volta in volta rappresenta il bracciante, il disoccupato, l’operaio, l’emarginato. Sempre pronto a ribellarsi alle prepotenze e alle ingiustizie . Negli anni 80 Franco Magli si rese protagonista, a Milano, di un gesto che all’epoca fece scalpore. Per protestare contro la politica degli sfratti, il 14 luglio del 1984 (anniversario della presa della Bastiglia), con i pennelli e colori dipinse i panettoni spartitraffico di piazza della Scala. Da sempre impegnato nel sociale, ha tenuto corsi gratuiti di manualità con la creta a Milano, Cosenza, Amantea ed altri paesi della Calabria. Sua era ed è l’idea di realizzare, con opere in ceramica, la scena del museo all’aperto, un’opera di ambientazione cittadina nell’arte contemporanea. Franco Magli, con la Calabria non ha mai tagliato i ponti e da qualche anno è tornato a vivere nella sua Ajello dove pensa di poter continuare a dipingere e a scolpire.
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