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  • Bernardino Telesio

    Bernardino Telesio

    Bernardino Telesio  (Cosenza, 1509 – Cosenza, 1588)  è stato un filosofo e naturalista , iniziatore della nuova filosofia della natura rinascimentale. Trassero ispirazione dal suo pensiero Giordano Bruno, René Descartes, Francis Bacon ed anche Tommaso Campanella. Telesio iniziò i suoi studi nella città natale di Cosenza con lo zio Antonio Telesio, dotto umanista che lo portò a Milano nel 1518, e poi a Roma nel 1521, dove soggiornarono fino al 1527, l’anno del saccheggio dei lanzichenecchi di Carlo V che lo imprigionarono. Liberato da Bernardino Martirano, amico del capo dei lanzichenecchi Filiberto d’Orange, Telesio si recò a Venezia e successivamente a Padova nella cui università studiò filosofia con Geronimo Amaltea e matematica, astronomia e filosofia morale con Federico Delfino fino al 1535 anno in cui conseguì il dottorato. Nell’Università di Padova dove ancora si contrastavano averroisti e alessandrini sulla interpretazione di Aristotele, Telesio cominciò a elaborare la sua critica alla fisica aristotelica sviluppando quell’interesse per lo studio della natura a cui dedicò tutte le sue opere. Compì numerosi viaggi a Roma, Napoli, Bologna, Cosenza godendo del favore di alcuni papi da Clemente VII a Gregorio XIII, ma soprattutto della protezione della famiglia napoletana del Duca di Nocera, Alfonso Carafa che ospitandolo per lunghi periodi dal 1544 al 1550 e vi stette ancora dal 1565,  gli permise di trovare il raccoglimento necessario per la sua opera maggiore: il  De rerum natura iuxta propria principia (“Intorno alla natura delle cose secondo i loro principi”), che fu composto nel palazzo ducale di Nocera e dedicato al figlio del duca Alfonso Ferrante. Dopo la prima composizione del  De rerum natura iuxta propria principia , avvenuta tra gli anni 1544 e 1552, l’opera fu pubblicata, per i primi due libri nel 1565, e nel 1586 nell’edizione completa in nove libri. Le successive opere minori riguardanti fenomeni fisici particolari, furono scritte con il fine di convalidare le teorie esposte nell’opera maggiore. Nel 1552 Telesio sposò la vedova con due figli Diana Sersale, da cui ebbe quattro figli il primogenito dei quali, Prospero, fu misteriosamente ucciso nel 1576. Dopo la morte della moglie, papa Paolo IV Pietro Carafa (papa dal 1555 al 1559), gli offrì, a condizione della sua preventiva ordinazione a sacerdote, la nomina di arcivescovo di Cosenza ma Telesio rifiutò a favore del fratello Tommaso. Telesio trascorse gli ultimi anni della sua vita a Cosenza dove, dopo la morte di Aulo Giano Parrasio (1534), si era dedicato allo sviluppo degli studi filosofici-scientifici della locale accademia che da lui prenderà il nome di Accademia telesiana. L’Accademia Cosentina è la più antica accademia d’Italia (1511), situata nella pittoresca piazza Telesio, la stessa del celebre Teatro Rendano, nel cuore del centro storico di Cosenza. L’accademia ha lo scopo di diffondere con ogni mezzo e verso ogni direzione, la cultura; valorizzare artisti e scienziati; difendere i grandi valori umani, artistici, scientifici, culturali della società nazionale; essere presente nei dibattiti culturali della città; incoraggiare i giovani sulla via dello sviluppo e della riforma culturale. L’Accademia organizza, una o due volte al mese, conferenze, dibattiti e tavole rotonde. Ormai famoso tra gli studiosi del tempo, Telesio  morì a Cosenza nel 1588, rimpianto dai suoi discepoli che si adoperavano per la diffusione del suo pensiero, contrastato dal Sant’Uffizio che fece inserire per la concezione telesiana dell’anima il Quod animal, il De somno, e il De rerum natura nell’Indice dei libri proibiti fatto pubblicare daClemente VIII nel 1596.

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