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  • CORECA III ATTO

    coreca3atto

    Beaumont sur Mer Maggio 2015

    Chiunque arbitrariamente occupa uno spazio del demanio marittimo, ne impedisce l’uso pubblico o vi fa innovazioni non autorizzate, ovvero non osserva i vincoli cui è assoggettata la proprietà privata nelle zone prossime al demanio marittimo, è punito con l’arresto fino a sei mesi, sempre che il fatto non costituisca un più grave reato il che consentirà alle autorità competenti di procedere nei confronti di chi ha commesso il reato. Determinazione e riscossione degli indennizzi dovuti per le utilizzazioni senza titolo di beni demaniali marittimi, di zone del mare territoriale e delle pertinenze del demanio marittimo ovvero per utilizzazioni difformi dal titolo concessorio, sono determinati in misura pari a quella che sarebbe derivata dall’applicazione delle normali misure unitarie, maggiorata rispettivamente del duecento per cento e del cento per cento. Gli indennizzi sono determinati dall’autorità concedente e riscossi, secondo le procedure vigenti in materia, dagli uffici finanziari competenti. Fermi restando i compiti di polizia giudiziaria per i reati commessi sul demanio marittimo che competono alle forze di polizia, si ritiene di precisare quali ed a chi competono gli atti susseguenti alla rilevazione di utilizzazioni del demanio marittimo non conformi alle norme; in pratica a chi compete l’adozione dei provvedimenti sanzionatori. Ne deriva che ogni qualvolta una utilizzazione del demanio marittimo sia difforme da quella ammessa dalla concessione, l’emanazione dei provvedimenti in autotutela competeranno agli enti delegati come pure nei casi in cui utilizzazioni non autorizzate incidano comunque negativamente sull’uso programmati del demanio marittimo. Di contro, non essendo oggetto di delega, competeranno all’autorità marittima i provvedimenti in autotutela quando gli eventuali abusi incidano sui limiti del demanio marittimo oppure abbiano comportato o possano comportare la realizzazione, da parte di non concessionari, di impianti, manufatti ed opere, ed in ogni caso in cui sia ravvisabile un pregiudizio all’integrità della proprietà statale. Di conseguenza, data la delicatezza della materia, le autorità regionali o comunali e le autorità marittime operino di intesa al fine di evitare la duplicazione di procedimenti oppure, peggio, che nel convincimento che il procedimento sanzionatorio sia adottato dall’altro soggetto, l’abuso rimanga impunito. Detto questo, torno a scrivere sul bene demaniale rivendicato come proprietà privata dal titolare dell’albergo “La Scogliera” che a seguito del mio ultimo articolo, ha avuto l’ardire e oserei dire l’incosciente temerarietà di recarsi presso l’abitazione di mia madre novantenne e cardiopatica, a lamentarsi del mio “chiedere” alle Autorità competenti di fare luce sulla sedicente rivendicazione. Rivendicazione che mi risulta essere stata confermata in una lettera dello stesso indirizzata (chiaramente protocollata) al Sindaco di Amantea, al Comandante dei vigili urbani, al Dirigente del settore Demanio e all’Assessorato all’urbanistica. In questa stessa lettera, sempre il gestore dell’albergo “La Scogliera” sembra affermare di aver mostrato al Comandante dei Vigili, la documentazione attestante la sua proprietà della zona in questione. Affermazioni che fanno a botte con ciò che scrive l’Avvocato Gino Perrotta in una lettera del 15 maggio e indirizzata a: “Egr. Signor Sindaco del Comune di Amantea”; e p.c al “Comandante dei Vigili urbani” e al “Signor Procuratore della Repubblica Presso il Tribunale di Paola”. L’Avv. Perrotta scrive: “ ….. “il titolare dell’hotel la Scogliera occupa abusivamente e senza pagare alcun canone concessorio l’area antistante il suo hotel rivendicando la proprietà dello stesso”. Lo stesso Avvocato chiude la lettera invitando “gli organi preposti, ognuno per la sua competenza, ad adottare i provvedimenti ritenuti più opportuni”. Le “affermazioni” del titolare dell’albergo “la Scogliera” fanno altresì a botte con la Visura Storica per Immobile del 16 Aprile 2015, dell’Ufficio Provinciale di Cosenza dell’Agenzia delle Entrate, nella quale si identifica la zona in questione con il “Foglio” 24 e “Particella” 40 intestati al Demanio Pubblico dello Stato Ramo Marina. A questo punto sarebbe opportuno che tutte le Autorità competenti facessero urgentemente il loro dovere, come suggerisce anche l’Avv. Perrotta, sgomberando il campo dalle erbacce e facendo chiarezza una volta per tutte su questa squallida vicenda che bene non può fare alla nostra amatissima città e a tutti quelli, amanteani e turisti che adorano Coreca.

    Gigino A. Pellegrini & G el Tarik

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