Beaumont sur Mer 4 gen 2017
Prima dei fuochi della fine dell’anno sono uscito sul terrazzo. Poche stelle, ma infuocate. Qualcosa stava succedendo. Presi una torcia e salii sull’altro terrazzo da dove osservo sempre lo Stromboli al tramonto. Mi misi a sedere in attesa di qualcosa di indefinito. Un rumore cupo mi portò a guardare di sotto, al terrazzo sottostante. Un uccello si era infranto sui vetri della grande finestra del soggiorno. Non poteva essere un uccello locale, lui conosceva casa mia. A quell’ora, forse un migratore sperduto oppure un piccione viaggiatore. Non lo saprò mai. Un gatto del quartiere se lo portò via prima che riuscissi a scendere. Una voce venne dal mare di Odisseo mi sembrò quella di Eratostene, l’antico direttore della biblioteca di Alessandria d’Egitto. Quel signore che per primo dimostrò la possibilità della circumnavigazione della terra. Anche se il suo sapere era vastissimo, secondo alcuni scienziati, mancava di profondità. Sua era la frase: “ Si scoprirà dove ha vagato Ulisse quando si scoprirà il cuoiaio che ha cucito l’otre dei venti”. Chissà per quale misteriosa ragione, lo spazio lasciato vuoto dall’uccello sul terrazzo, mi apparve come il segno zodiacale della Vergine quando Ulisse incontrò la maga Circe. Ermete, il Dio iniziatore, apparve a Ulisse sotto forma di giovanetto e gli permise di conoscere “gli inganni” della maga e donò ad Ulisse un’erba miracolosa da cui poteva estrarre una pozione in grado di renderlo immune alle magie di Circe. Sbarcato sull’isola, con un gruppo di uomini Odisseo scopre il palazzo di Circe e qui udirono una voce soave e melodiosa: Circe li incantò con il potere del suono. Sotto il segno della Vergine ci si trova nel dominio di Mercurio, dio della comunicazione e messaggero alato degli Dei. Secondo gli astrologi la Vergine si trova nella sesta casa preposta al lavoro artigianale e alla manualità (Mercurio, le mani). Inoltre la sesta casa governa la medicina. Circe soccorre Ulisse e i suoi prodi; li nutre offrendo loro del formaggio e una bevanda a base di orzo, miele e vino mescolata ad un succo nocivo. Li percuote con una verga e trasforma gli uomini di Ulisse in porci. Ulisse, grazie alla pozione di Hermes, rimane immune al sortilegio. Il potere femminile della mente può essere utilizzato per elevare l’uomo ai misteri oppure per trasformarlo in forme ancora meno evolute di quella di partenza. Val la pena ricordare che Ulisse ad Itaca possedeva un grande porcile, suo orgoglio e vanto: conteneva 360 maiali, uno per ogni grado dello zodiaco. Ulisse viene visto come il Signore dei Porci così come il pensatore è il Signore di quei porci che sono i nostri laidi pensieri, i nostri appetiti più materiali. Il compito di Ulisse è di trasformare coloro che la Maga aveva trasformato in porci, o meglio li aveva fatti apparire secondo la loro vera natura. Colui che fornirà l’antidoto è Ermete, Mercurio psicopompo, il pianeta governatore della Vergine. Ermete, figlio di Zeus e Maia era il messaggero alato degli Dei, il Dio giovanetto, Mercurio psicopompo, colui che accompagnava i defunti nell’Ade. Ulisse chiese a Circe indicazioni per il ritorno ed ella gli rispose che l’indovino Tiresia era l’unico in grado di predire a Ulisse il futuro e insegnargli la via del ritorno. Ma come incontrare il tebano Tiresia, morto da secoli? Nel segno della Vergine Ulisse non potrebbe seguire semplicemente il suo istinto: siamo nel regno della mente e dell’organizzazione pratica: ecco che riceve una dettagliata “lista della spesa” per organizzare nei minimi particolari la discesa nell’Ade e l’incontro con le anime dei trapassati. Al di là di questo piccolo mondo mediterraneo che noi abitiamo, come soleva dire Socrate nel Fedone, “standocene in riva al mare come rane intorno a uno stagno”. In quell’ultima notte dell’anno, una stella cadente. Non eravamo in Agosto e, giustamente, qualcuno si chiederà: “sarà veritiero ciò che racconta questo scriba?” La domanda non è demenziale come sembra, se solo la si riformula come segue: gli aedi dell’Odissea intendevano suggerire che Ulisse stava mentendo e inventando? Del resto, perché i personaggi dell’Odissea, a Scheria e a Itaca, si sentono così spesso minacciati da cantastorie o itineranti sparaballe? Questa categoria di cantori socialmente utili possono iniziare il loro canto, incominciando da un punto qualsiasi, chiaramente su richiesta dei loro padroni, e, dopo aver supplicata la Musa, sono in grado di esporre ogni episodio desiderato e che concerne specialmente le gesta della loro Signora o Signore. Questi aedi/sparaballe moderni son tenuti in particolare considerazione dai potenti di questa Regione. Essi girano di corte in corte e cantano durante i banchetti o in occasioni speciali come la fine di un altro anno. La loro ricompensa consisterà in vitto, alloggio e doni. Ecco il primo petardo! E’ ora di tornarmene in casa e ascoltare Leonard Cohen mentre leggo:
“Io e i compagni eravam vecchi e tardi,
quando venimmo a quella foce stretta
dov’ Ercole segnò li suoi riguardi,
acciò che l’uom più oltre non si metta;”.
Gigino A Pellegrini & G el Tarik