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  • L’ANNO CHE VERRA’

    Roma 27 dic 2016

    annchever

    Il conflitto di classe una volta era cosa semplice da capire. Marx ed Engels avevano descritto a meraviglia gli scavatori di tombe nel libro di tutti i tempi, “ Il Manifesto” del partito comunista.  Ciò che la borghesia produceva e continua a produrre, prima di tutto, erano e sono i propri becchini.  La sua caduta e la vittoria degli sfruttati sembravano altrettanto inevitabili. Oggi, un secolo e mezzo dopo che Marx ed Engels scrivevano sui becchini, la realtà potrebbe apparire superficialmente l’esatto contrario. Il proletariato, lungi dal seppellire il capitalismo, riesce, un po’ perché costretto, a mantenerlo in vita. Oberati di povertà, i lavoratori sottopagati apparentemente liberati dalla più grande rivoluzione socialista della storia (quella cinese) sono spinti sull’orlo del suicidio per garantire agli occidentali di  giocare con gli  iPad, play station e quant’altro. Il denaro cinese foraggia un’America altrimenti bancarottiera. In Europa, l’ironia è scarsamente sprecata nei più importanti pensatori marxisti. “La dominazione del capitalismo dipende a livello globale dall’esistenza di un partito comunista cinese che offre alle imprese capitaliste di de-localizzare e acquisire manodopera a basso costo per abbassare i prezzi e privare i lavoratori dei diritti di auto-organizzazione.” Così andava scrivendo non molto tempo fa   il filosofo francese Jacques Rancière. Una ricerca filosofica, quella di Rancière, che parte dall’uguaglianza, dalle intelligenze anzitutto, e che declina questa parola nelle relazioni tra dimensione estetica e politica. Un mondo “comune” non è mai semplicemente il comportamento e abitudini di vita , la dimora comune, risultante dalla sedimentazione di un certo numero di atti interconnessi. È sempre una distribuzione conflittuale dei modi d’essere e delle “occupazioni” all’interno di uno spazio dei possibili. “Ma che stai a dì”, direbbe capitan Totti della Magica.  Quella religiosa “speranza”, forse, spiega un’altra possibile verità dei nostri tempi economicamente catastrofici – la rinascita dell’interesse per Marx e il pensiero marxista. Le vendite di “Das Kapital”, capolavoro di Marx di economia politica, sono salite alle stelle a partire dal 2008, così come quelle del “Manifesto” e dei “Grundrisse” (o, per dargli il suo titolo inglese, “Outlines of the Critique of Political Economy”). Le loro vendite sono cresciute da quando i lavoratori britannici hanno salvato le banche per mantenere il degradato sistema di potere in corso e la posizione dei ricchi saldamente nelle loro mani, mentre il resto degli “umani” affoga nei debiti, nella precarietà del lavoro o peggio. Sull’altra faccia della medaglia c’è anche un regista teatrale cinese, Nian Lui che ha capitalizzato sulla rinascita di “Das Kapital”, nel trasformarlo in un vero e proprio musical, in perfetto stile americano. E forse la più bella inversione delle fortune del teorico rivoluzionario dalla lussureggiante barba, Karl Marx è stata quando recentemente scelto da un elenco di 10 contendenti a comparire su una nuova emissione di Master Card da parte dei clienti della banca tedesca Sparkasse a Chemnitz. Siccome le idee, per essere efficaci, debbono stare riunite insieme e riferirsi a un organismo che le sorregga, spingerle in avanti e applicarle, è una necessità che i lavoratori tornino a essere una forza unita e dispongano di strumenti sia per chiarire e giustificare queste loro idee, sia per propagandarle nel miglior modo. Lasciando da parte i vessilli con il Chè, Lenin e Mao. Naturalmente nessuno è così cieco da non vedere le difficoltà della situazione di oggi. Ma pure essa va affrontata, e affrontata con spavalderia. Non sono certo le difficoltà che possono impensierire gli uomini. Con le difficoltà essi hanno imparato a confrontarsi da sempre. Di più, sanno che in una società a loro ostile come quella borghese le difficoltà fanno parte del loro cammino e lavoro quotidiano, senza che per questo debba andarne in alcun modo della pervicacia del loro impegno. Secondo Noam Chomsky, tra i più noti intellettuali americani viventi, siamo in piena lotta di classe: ricchi e potenti contro poveri e emarginati. Chomsky denuncia l’attestarsi delle plutocrazie occidentali che perseguono quella che Adam Smith definiva la turpe massima “tutto per noi stessi e nulla per gli altri”, perseguita dai padroni dell’umanità. Molti elementi della crisi attuale inducono a pensare che al di là dell’aspetto ciclico, “normale”, siamo di fronte a una svolta più profonda nello sviluppo storico del capitalismo, che apre la strada a una nuova epoca di sconvolgimenti economici e sociali paragonabile a quella vissuta dal capitalismo nella prima metà del XX secolo. Questo smentisce tutti coloro che parlavano di un mutamento strutturale del capitalismo che avrebbe reso obsoleta l’analisi marxista.

     “I filosofi hanno discusso a lungo sull’universo; è giunto il momento di cambiarlo”. K. Marx.

    Gigino A Pellegrini & G el Tarik

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