Edmonton 19 oct 2016
Come qualche filosofo contemporaneo ha già accennato, la nuova tecnologia è composta da qualcosa di più di semplici macchine. Comprende le tecniche di funzionamento e le organizzazioni sociali che rendono una macchina particolarmente funzionale. In parole povere, una tecnologia riflette una visione del mondo. Quali particolari forme di tecnologia – macchine, tecniche e organizzazioni sociali – sono generati da una particolare visione del mondo, e dipendono dalla percezione della vita, della morte, potenziale umano, e il rapporto degli esseri umani tra di loro e con la natura. In contrasto con le visioni del mondo di una maggioranza di culture mondiali (in particolare quelle delle popolazioni indigene), l’idea che sta alla base della moderna società tecnologica incoraggia un approccio meccanicistico verso la vita: al pensiero razionale, efficienza, utilitarismo, distacco scientifico, e la convinzione che l’umano posto in natura sia di supremazia e di possesso. I tipi di tecnologie includono centrali nucleari, raggi laser, e satelliti. Questa visione del mondo ha ideato e promosso il complesso militare-industriale-scientifico-massmediatico, corporazioni multinazionali , ed espansione urbana. In un imminente futuro, bloccare la distruzione derivata da tali tecnologie richiede non solo la regolazione o l’eliminazione dei singoli elementi, come pesticidi o armi nucleari. Necessita un nuovo mondo di concepire l’umanità e nuovi modi di relazionarsi all’esistenza. Necessita la creazione di una nuova visione del mondo. Si potrebbe essere d’accordo nella creazione di tecnologie comprensibili agli esseri umani che le userebbero e ne fossero influenzati. Favorire la creazione di tecnologie integrate con un elevato grado di flessibilità in modo che non impongano un’impronta rigida e irreversibile sulla loro utenza. Essere d’accordo sulla creazione di tecnologie che favoriscano l’indipendenza dalla dipendenza tecnologica auspicando la libertà politica, la giustizia economica, e equilibrio ecologico.Se gli esseri umani dovessero estinguersi domani, allora il nostro impatto sulla biosfera sarebbe riconoscibile come un confine epocale – come il confine tra il Pleistocene e Olocene. L’Olocene è l’epoca geologica più recente, quella in cui ci troviamo oggi e che ha avuto il suo inizio convenzionalmente circa 11700 anni fa. Il limite con il Pleistocene che corrisponde al periodo paleolitico dell’homo abilis, homo erectus e poi l’homo sapiens. Una nuova tecnologia in un mondo come quello occidentale non può che favorire alcuni gruppi di persone danneggiandone la maggior parte. Il cambiamento tecnologico, in altre parole, produce sempre vincitori e perdenti. Finora è discutibile se tutte le invenzioni meccaniche compiute sino ad oggi abbiano alleggerito la fatica quotidiana dell’uomo costretto a lavorare per sopravvivere. Le innovazioni hanno, indubbiamente accresciuto gli agi dei potenti, e non potrebbero mai cominciare a operare quei grandi mutamenti del destino che per loro natura dovrebbero essere destinate a compiere. Si è generata una civiltà i cui elementi vitali dipendono profondamente dalla nuova tecnologia, ma si è anche fatto in modo che le masse non capissero completamente qualcosa di scienza e di tecnologia. Prima o poi questo cocktail esplosivo di ignoranza e potere esploderà. E’ indubbio che le nuove tecnologie stanno cambiando il nostro vivere quotidiano (tablets, design e tecnologia…), le nostre abitudini e stili di vita, creando non poche difficoltà comunicative. Tutti dispositivi che tengono incatenati i “giovani digitali” in mondi più o meno virtuali e cyberspaziali, mentre il mondo reale appare loro sempre più inverosimile e fantasmagorico. Niente allarmismi davanti al numero sempre maggiore di ragazzi che si vedono impegnati a twittare, postare, chattare. Sono solo le briciole che cascano dal tavolo del potere globale. Briciole per gli animalucci domestici, impegnati con i giochetti che il padrone, generosamente, dalla sua tavola apparecchiata, lascia cadere per la gioia e svago del resto della maggioranza silenziosa.
Gigino A Pellegrini & G el Tarik