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  • DA LONTANO ANCORA UNA VOLTA

    Calgary 29 agosto 2016

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    Calabria, colmo di tenerezza ripeto il tuo nome, e pronunciarlo, in qualche modo, mi avvicina a te in questa notte canadese in cui mi ritrovo, solo, a ricordare. Nutrire amore per una terra incompresa, amore per gli eroi che l’hanno popolata e le resteranno fedeli per sempre, uomini come Campanella e Pitagora che nascono, crescono, lavorano e seguono il proprio cammino di vita senza porsi troppe domande. Uomini che hanno combattuto guerre che non gli appartenevano, costretti a subire odio e violenze di cui non conoscevano né l’origine né la fonte. Contro l’insensatezza del mondo alcuni uomini di questa terra hanno avuto ed hanno il coraggio di reagire levando alta la propria voce, la propria ribellione, la propria prospettiva donatrice di senso (sia pure di un senso non assoluto). Si tratterà, certo, di una testimonianza infondata, in quanto non può invocare ragioni e implicazioni oggettive a proprio sostegno. Ma questo, a ben guardare, non fa che aumentare il valore, la dignità della rivolta umana ogni qualvolta avviene. In effetti, la vita non ha valore intrinseco, e la realtà ” è senza ragione “; il tempo corrode l’individuo e il suo agire, e la morte è comunque l’esito che attende inesorabile ogni creatura. Sembrerebbe proprio confermare il concetto che, impegnarsi in opere e iniziative pratiche richiamino davvero la vicenda di Sisifo, il mitico personaggio, il più astuto dei mortali e uno dei più noti dannati dell’oltretomba, protagonista di varie vicende che ne pongono in evidenza la capacità di ordire trame e tranelli. Si racconta che, divenuto amante di Anticlea (sposa di Laerte), avesse concepito Ulisse. Già nell’Odissea Sisifo appare nell’oltretomba condannato a rotolare eternamente, sulla china di una collina, un macigno che, una volta spinto sulla cima, ricade sempre giù in basso a sottolineare  un’impresa che richiede grande sforzo senza alcun risultato. La giusta risposta di fronte a tale assurdo non può più essere la non-rassegnazione, ma la rivolta. Si deve sottolineare che anche là dove esiste una partecipazione politica più avanzata, là dove esistono parlamenti e repubbliche liberal-democratiche, l’indifferenza delle istituzioni e dei centri di potere, nei confronti dei problemi sociali, è tristemente nota perché vissuta sulla propria pelle dai cittadini, in particolare dalla gente di questa parte del mondo. Bisognerebbe prendere coscienza che l’uomo è più importante del cittadino, e la vita umana, sociale è più importante della vita politica. Proprio per questo una rivolta sociale è una azione dell’uomo contro la vita disumanizzata, perché muove dal punto di vista del singolo individuo reale, perché la comunità, contro la cui separazione da sé l’individuo reagisce, è la vera comunità dell’uomo, la natura umana. il rovesciamento del potere esistente che ha relegato questa regione alla povertà e all’isolamento, e la dissoluzione dei vecchi rapporti – sarà palesemente un vero atto politico.  Altra faccia di questa magnifica terra, piena di contraddizioni. Costruzioni edilizie avviate e mai completate, brutture uniche e simboli di un’economia malata che frena un corretto sviluppo di una terra incredibilmente bella, ma che viene devastata dall’avidità perversa del potere costituito. Ecco, questi sono alcuni dei simboli di questa Calabria che avrebbe grandi possibilità di crescita, enormi potenzialità di benessere sostenuto da un’economia turistica sostenibile, ma che invece non riesce a liberarsi da schemi consolidati dettati da necessità altrui. La Calabria e il Sud in generale ha posti meravigliosi, ma chi ci vive non lo ama così tanto da rispettarlo e farlo rispettare. Non è così per tutti. Chiaramente ci sono persone che lottano per migliorare la situazione, ma troppi sono ancora gli amministratori locali che permettono l’esistenza di situazioni incredibili. Il fatto che ancora oggi esistano situazioni così assurde rappresenta la prova che molto deve ancora cambiare. Questo cambiamento non potrà cadere dal cielo né dall’assenza voluta del controllo dello Stato che è palese, evidente e incredibilmente palpabile. Come direbbe l’amico fraterno Perego: “Terra data dallo Stato in comodato d’uso alla malavita”. Il canadese Norman Bethune, chirurgo, inventore e attivista politico, spesso diceva: “ Noi non dovremmo chiedere ai pazienti quanto ci possono pagare, ma come noi possiamo rendere la loro vita migliore”. In virtù della realtà stagnante, si sarebbe tentati di far propria l’idea che la libertà non si realizza nella rivoluzione, ma muore con essa.

    Gigino A Pellegrini & G el Tarik

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