Ovviamente non sono uno scienziato e neppure ho un tempo infinito da dedicare ad ogni problema o informazione in entrata; faccio spesso utilizzo di inferenze che possono essere deduttive e quindi corrette, ma spesso esse si rivelano illusorie. Un’inferenza è un ragionamento per trarre una conseguenza da una o più premesse, l’inferenza deduttiva funziona sulla base del sillogismo logico. Mentre l’inferenza illusoria è un errore di ragionamento che si presenta in situazioni di incertezza ossia quando si ha una rappresentazione incompleta di due condizionali; le persone traggono un’inferenza che sembra ovvia, ma in realtà è un’illusione. Non vorrei suggerire che un buon pensatore si distingua per la sua capacità di raggiungere o avvicinarsi alla verità assoluta, lasciamo questo cruccio agli scienziati. Bisogna considerare altri aspetti che vanno oltre l’esclusiva cognizione: il pensiero critico si interseca con il pensiero creativo, presuppone capacità di risoluzione di problemi e capacità di prendere decisioni e coinvolge inoltre l’ambito delle scelte morali. Sembra che il pensiero critico si sviluppi a partire dalla curiosità del soggetto che deve accompagnarsi all’interesse ad acquisire e mantenere informazioni adeguate, alla fiducia nei processi di indagine ponderata, alla comprensione delle opinioni altrui e a una certa onestà nel contrastare i propri pregiudizi, stereotipi o tendenze egocentriche (presunzione di essere migliore di tutti gli altri in un determinato ambito). Dopo queste lunghissimo preambolo, mi vedo costretto a “prendere di mira” l’omertà che la fa da padrone in questa estate umida e calda. Il codice dell’omertà, caratteristico normalmente delle organizzazioni criminali mafiose, rappresenta da un punto di vista psicologico la difesa del proprio spazio interno, dell’onore del proprio gruppo di appartenenza. Nel Mezzogiorno, questo modo di agire e pensare si riscontra anche in persone “normali”. La famiglia insegna ai suoi membri il culto della non parola, del silenzio, come requisito essenziale del proprio essere uomini. La denuncia su ciò che non va non sembra scalfire minimamente questo modo d’essere: “L’articolo montato ad arte da Rai tre contro Amantea. Il mare era poco mosso mentre oggi il mare era calmo. Ha parlato di chiazza nera in modo sommario mentre proprio oggi la stampa riportava i risultati di Goletta Verde dove Amantea risulta essere con mare pulito a differenza di Paola Belvedere Diamante Villapiana ecc. I villeggianti intervistati stamattina ai lidi Carioca e Lido Azzurro non sono stati trasmessi.Uno dei due diceva che il mare era pulito e l’altro invitava a inquadrare il mare ed il torneo di Beach Volley invece di parlare di cose non vere e non sono stati riportati nell’articolo.” In assenza di Sparaballe, questo commento è venuto fuori direttamente dal Vice Sindaco di Amantea Dr. Giovan Battista Morelli. Qualcuno può convincermi della verità di una certa tesi anche se non dice cose vere, e le sue inferenze sono sbagliate: per esempio perché mi incanta in qualche modo, o perché sono già profondamente incline a credere per ragioni mie, quel che vuol farmi credere, o perché ignoro le regole logiche o non mi accorgo dell’errore. Purtroppo il Vice Sindaco di Amantea, impegnato com’è, non avrà avuto il tempo di leggere ciò che veramente ha detto la Segretaria Regionale di Legambiente Mariacaterina Gattuso a proposito anche del mare che bagna Amantea e alla “fotografia” scattata dalla Goletta verde (quella vera) : “ evidenzia che rispetto all’anno scorso non sono stati fatti passi in avanti rispetto alla rovinosa situazione depurativa” ….L’oscar dell’inquinamento marino e non solo è stato assegnato per quersto anno alla Calabria ex equo con la Campania, dove il 65% dei cittadini scarica a mare reflui non depurati a norma di legge. Purtroppo ho avuto dei maestri che, con grandissima difficoltà hanno cercato d’insegnarmi a sviluppare un metodo di ricerca della verità e una certa cosa che porta uno strano nome: “senso critico”. L’origine del pensiero critico può essere individuato nel metodo socratico descritto da Platone, ad esempio, nel Teeteto. Questo metodo, che si avvale del dialogo tra maestro e allievo, consiste nell’aiutare l’allievo ad argomentare correttamente, a individuare il proprio punto di vista e a riconoscerne la fallibilità. In tal modo il maestro aiuta l’allievo a riconoscere che la propria verità è solo un’opinione che va sottoposta a verifica. Eccone un breve brano che mostra l’importanza di riconoscere le differenze:
SOCRATE: Ora però Teeteto, dacché mi son fatto vicino a quel che diciamo come a una pittura in prospettiva, non riesco assolutamente a comprendere neanche un pò. Mentre, quando ne ero lontano, mi sembrava di dire qualcosa.
TEETETO: E perché mai questo?
SOCRATE: Te lo dirò se ne sono capace: io avendo retta opinione di te, se riesco a comprendere anche la ragione, posso dire di conoscerti, altrimenti sto solo esprimendo un’opinione.
TEETETO: Sì .
SOCRATE: E ragione voleva appunto dire interpretazione della tua differenza.
TEETETO: Così .
SOCRATE: Quando dunque esprimevo solo opinioni, riuscivo forse col pensiero a raggiungere qualcuno di quegli aspetti per cui tu differisci dagli altri?
TEETETO: Non pare. il senso critico
Chiaramente alla ricerca della verità attraverso il senso critico, non sembra essere molto interessato neanche l’amico avvocato Salvatore Politano che, con una certa leggerezza, invita gente incosciente come il sottoscritto a non denunciare le falsità.
“…..sono diverse categorie e gruppi di persone che stanno cercando deliberatamente di rovinare l immagine della città, un manipolo di frustrati, insofferenti a tutto, populisti qualunquisti uniti a gruppi di potere padronale ed autoritario, facendo leva sulla crisi e sentimenti di pancia, si muovono nella logica muoia sansone e tutti i filistei. Preferiscono il male di tutti e per sentirsi in qualche modo soddisfatti senza capire o voler capire che danni di immagine del genere fanno solo guai, denigrano, blaterano. disinformano, aggrediscono verbalmente. Ignorare la storia ed il passato li rende pericolosi per se e per gli altri, anche per chi in buona fede cerca di avanzare critiche costruttive”.
L’analisi delle relazioni tra segreto e omertà rappresenta uno dei possibili vertici dai quali osservare la realtà delle persone, una dimensione quasi essenziale della loro presenza. Che il detto e il non detto possano avere psicologicamente questa forza e valenza all’interno di una collettività è comprensibile soltanto se pensiamo al particolare tipo di contesto e contenitore in cui queste esperienze acquisiscono senso, la realtà cittadina dell’oikos. L’oikos è uno spazio al contempo fisico e simbolico, contenitore primario di relazioni strutturate da tradizioni e leggi. La storia del singolo viene declinandosi all’interno di relazioni orizzontali con i membri della collettività e verticalmente, tra passato e futuro, tra antenati e discendenti. . “La verità si dice solo al confessore”; chi è sordo, orbo e tace, vive cento anni in pace”; “la bocca è traditrice del cuore”. Questi proverbi e detti popolari ci mettono di fronte ad un universo di discorso in cui la parola e l’atto del parlare, del dire la verità, assumono una valenza specifica a livello culturale. Possiamo dire che la cultura antropologica calabrese è una cultura del silenzio, della non parola: si ritiene che la parola omertà derivi come ètimo da omo (uomo), come essere uomo, o da umirtà (umiltà), come essere “obbedienti e rispettosi rispetto a certe massime volute dai potenti”.Omertà come codice d’onore del vero uomo che non parla di fronte all’estraneo, all’autorità pubblica. “I panni sporchi si lavano in famiglia” Sembra essere la filosofia dei due sopracitati illustri cittadini. E’ la filosofia della nostra Cittadina, quella di non voler vedere il mare inquinato, le migliaia di buche stradali, le concessioni facili, il nepotismo più sfrenato… un’Amministrazione da strapazzo, per usare un eufemismo; ecc.? Di non voler sentir parlare della disoccupazione, della crisi economica e del disagio diffuso, della povertà, delle prevaricazioni sociali e…..?
Gigino A Pellegrini & G el Tarik